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Il Colle: "Coesione nazionale o il Paese è perso"

Per il secondo giorno consecutivo il capo dello Stato si appella alla politica: "Vogliamo un’Italia unita, senza coesione nazionale il nostro Paese si perderebbe nel fiume della globalizzazione". Poi sulla crisi: "Nessuno può sottrarsi alla riduzione del debito"

Il Colle: "Coesione nazionale o il Paese è perso"

Udine - "Vogliamo un’Italia unita, senza coesione nazionale il nostro Paese si perderebbe nel fiume della globalizzazione". Durante un breve discorso, a braccio, davanti al sindaco e alla giunta di Udine, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nuovamente sottolineato che nella Costituzione uno stesso articolo "salda in modo inscindibile" l’unità della nazione italiana e "la promozione delle autonomie". Quindi unità e federalismo, come altre volte ha osservato il presidente, non sono e non devono diventare due cose contrastanti.

La riduzione del debito Nessuno, a qualunque livello, al Nord come al Sud può sottrarsi alla necessità di ridurre il debito pubblico italiano che è una "responsabilità collettiva". Per il secondo giorno consecutivo Napolitano richiama la politica e chi ha responsabilità pubbliche all’imperativo categorico di "alleggerire in modo decisivo il debito pubblico" che rappresenta "un pesante fardello". "Noi tutti e in tutte le parti d’Italia non possiamo sottrarci in nessun modo - dice il capo dello Stato da Udine - a questa responsabilità collettiva. Sulle nostre spalle c’è il pesante fardello del debito pubblico che dobbiamo alleggerire in modo decisivo". Napolitano, come aveva già fatto ieri da Trieste, torna sulle difficoltà della crisi economica. "Abbiamo problemi seri, dovuti a una difficoltà dell’economia internazionale" e per questo "si devono adottare misure straordinarie per consolidare i bilanci pubblici ed è un’esigenza riconosciuta in tutta l’Europa". Per questo l’impegno di ridurre il debito pubblico non può restare inevaso e nessuno può sfuggire a quella che è una "responsabilità collettiva". In questo momento più che mai è necessario scegliere le priorità alle quali destinare le risorse e per Napolitano ai primi posti ci sono cultura, formazione e ricerca. "Sono convinto che dobbiamo credere fortemente nelle priorità da accordare a investimenti pubblici, sollecitando al tempo stesso anche quelli privati, nel campo della ricerca e della formazione".

La modifica della Costituzione "La Costituzione italiana approvata nel 1947 rimane un testo altamente lungimirante", sottolinea il presidente della Repubblica spiegando che proprio la Carta fondamentale della Repubblica "salda in uno stesso articolo l’inscindibilità della nazione italiana e la promozione delle autonomie". Quindi, partendo dal principio che la Costituzione resta un testo tuttora valido, si possono fare delle modifiche: "Si riveda ciò che è necessario rivedere si garantisca il massimo di snellezza e semplificazione nell’articolazione del nostro Stato". Ma è chiaro che l’impianto fondamentale della Carta non può essere toccato. Il capo dello Stato dice chiaramente che da parte sua c’è, proprio per il suo ruolo, "un profondo impegno nella tutela dei valori costituzionali" ma "più che dire difendere la Costituzione amo dire far vivere la Costituzione". Infine Napolitano vuole sottolineare "l’importanza dei Comuni nel nostro Stato, perché i Comuni sono le istituzioni più vicine ai cittadini e più vicine alle loro esigenze e bisogni".

il governatore Zaia: "Bene il presidente" "Sempre di più ci riconosciamo nel pensiero e nelle parole del Capo dello Stato che anche a Udine ha dato un segnale importante sulla prospettiva di rafforzamento e sviluppo delle Autonomie nel nostro Paese così come indicato dai padri fondatori nella Costituzione", commenta il governatore della Regione Veneto Luca Zaia.
"Napolitano ha detto chiaramente che non esiste contrapposizione tra la voglia, il desiderio di autonomia e l'unità della Nazione: questo si coniuga alla perfezione con le nostre posizioni in materia di federalismo a geometria variabile e di riforme federaliste dello Stato. A questi concetti - aggiunge Zaia - si lega anche il tema della manovra finanziaria nazionale in discussione, perché la prospettiva non può che essere questa: chi ha dato ha dato, e chi non ha dato dovrà dare.

E' arrivato il momento di dare un cambio di marcia ai conti dello Stato".  

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