Alessandra Miccinesi
La prima volta di Columbro in tailleur, fondotinta, e tacchi alti. «Travestirmi da donna? Sì grazie, ma solo per amore del teatro. E soprattutto, niente caricature grottesche: Tootsie è una tipa veramente tosta». Niente mossette e falsetti gratuiti, dunque, ma una riflessione dolceamara su aspetti della vita quotidiana che, in materia di occupazione e status, purtroppo, vedono le donne occupare le solite posizioni di fanalino di coda. Aspettando il debutto ufficiale che avverrà in aprile al Sistina, Marco Columbro mercoledì 2 sera regalerà agli spettatori del Festival Internazionale di Ostia Antica «Cosmophonies» una ghiotta anteprima della commedia musicale Tootsie il gioco dellambiguità. Un singolare viaggio attraverso i nostri tabù, le nostre timidezze, i luoghi nascosti della nostra personalità - scrive nelle note di regia Maurizio Nichetti - una riflessione ironica su quanti e quali sacrifici debba affrontare un attore, oggi come ieri, per sbarcare il lunario. Quote rosa e rigurgiti femministi a parte, lo spettacolo - tessuto su musiche originali, ritmi travolgenti, e una girandola di sentimenti - si svolge allinterno di uno studio televisivo, già perno dello script del celebre film di Sidney Pollack dell82 interpretato da Dustin Hoffman e Jessica Lange. In scena, accanto a Columbro - che interpreta il ruolo di un attore disoccupato cronico che si finge donna pur di firmare un contratto per un programma televisivo e in breve ne diventa la superstar ribaltando molti luoghi comuni in materia di professionalità, sentimenti, e amicizia - recitano una vulcanica Chiara Noschese e limpeccabile Enzo Garinei.
Allora Columbro, ci racconti come è stato trasformarsi in Tootsie: «Be, un bel po incasinato. Intanto porto il collant per quasi tutto lo spettacolo e con questo caldo è una vera tortura; poi mi tocca caracollare sui tacchi alti, altra bellissima esperienza. Ma siccome labito fa il monaco, credo che siano tutti elementi preziosi per entrare nella psicologia del personaggio. Tette finte e gonne incluse». È la sua prima volta, professionalmente parlando, nei panni di una donna? «Credo di sì. Neanche nelle mie vecchie parodie in tv mi sono mai truccato o imparrucato. Ma qui è diverso, non trasformo il personaggio in una macchietta: mi faccio passare per una donna vera. Mi spaccio per una collega indisposta e gli soffio la parte andando a unaudizione al posto suo». Il resto è commedia. Che tipo di donna è la sua Elizabeth? «Una che riscatta tutte le donne, è questa la sua grande forza. Tootsie è una coraggiosa, ha carattere, grinta da vendere, non ha paura del potere ed è estremamente positiva. Insomma è una donna che fa». Persone e media, un rapporto alquanto travagliato: pensa ancora che la tv di oggi sia piatta e omologata, luogo sterile che non offre spazi per esperimenti creativi? «Sì, è per questo che continuo a lavorare quasi esclusivamente in teatro. I reality show sono delle palle mortali e, se non è morto, il varietà è un genere ormai moribondo. Nutro qualche speranza per il cinema che, anche se malato, offre una chance in più.
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