Il comfort Baldinini «La mia casa è il centro del mondo»

Arredi caldi, colori morbidi nel «nido» dell’industriale calzaturiero

Antonello Mosca

Nel 1910 il distretto romagnolo di San Mauro Pascoli, sulla costa adriatica, vedeva diventare stanziali molte attività artigianali. In quegli anni avvia il suo primo laboratorio con annessa bottega anche la famiglia Baldinini, mettendo le basi di quella che diventerà in pochi anni una piccola brillante industria delle calzature di moda. Toccherà a Gianni Baldinini, subentrato nella gestione nel 1970, avviare l'ambizioso progetto di espansione che porterà il nome di Baldinini sullo scenario internazionale. E il successo vuole dire spesso una casa accogliente: «Quando arrivi in cima - spiega Baldinini - cominci a sentire un senso di appagamento. Nasce la voglia di serenità e la casa è davvero il luogo dove tornare e abbandonarsi. Ma tutto prosegue ogni giorno a ritmi di corsa e il tempo libero è davvero per me un ritaglio: lo trascorro allora nella villa di Rimini, in solitudine o con la famiglia».
La sua è una casa che ben si presta alla rappresentanza.
«Sì, è una casa che consente di ricevere molte persone, ma che è stata anche pensata sulla mia misura, disegnata sui miei desideri tradotti in spazi e arredi».
In generale una casa attuale, tutta da vivere.
«Credo che il design debba un poco essere filtrato dal comfort, così prediligo questo stile moderno ma caldo e accogliente. Ovunque pavimenti in legno, toni chiari e naturali, ghiaccio, panna, sabbia e solo qualche accenno di rosso. Il grande camino gioca tutto il suo ruolo. I bagni sono spaziosi e dotati di ogni accorgimento tecnologico, come sembra oggi cosa indispensabile, e c'è anche una piccola palestra, attrezzata, Ritengo che musica e una illuminazione soft siano un binomio che non deve mancare mai in una casa per essere accogliente, così gli impianti audio-video e le luci sono stati studiati in ogni particolare».
Alle pareti ci sono diverse opere, per la casa alcune sculture. Lei ha qualche artista preferito?
«Le dico sinceramente che vado sempre in cerca delle cose che mi piacciono, che poi siano d'autore o assolutamente anonime, poco importa».
C'è un locale nella sua casa davvero tutto particolare...
«La sala dove ho un megaschermo e un impianto audio professionale, una specie di cinema privato: novanta metri quadrati con tanti divani e cuscini tutti color sabbia. Qui trascorro la domenica pomeriggio con gli amici, personaggi che riempiono di calore la casa. Ritengo sia fondamentale la compagnia di pochi ma sinceri amici».
E la camera da letto?
«Un grande letto, con un materasso fatto per il massimo del riposo, d'inverno lenzuola di flanella, e sei guanciali per sentirsi protetto. Toni sempre chiari, nei tappeti e nei legni e una illuminazione soffusa che rende l'atmosfera davvero intima».
Ama cucinare?
«Affronto la cucina con grande concentrazione: sono un perfezionista e pretendo da me stesso piatti impeccabili. L'ambiente è spazioso, vi regna un design lineare per i mobili, il bianco, il ghiaccio, il metallo in ogni dettaglio. Tanti i piccoli elettrodomestici, grandissimo il frigo, come pure la cappa d'aspirazione».
Ha disegnato anche i mobili?
«Molti sì, perché è mio il progetto dell'intera casa, dalla divisione degli spazi alle finiture, al giardino. È a cinque minuti dal mare e ci lavoro da tre anni».
Le capita di sognare una casa che non sia la sua?
«Verde, acqua, pace, profumo e vento di mare, lontananza da ogni rumore.

Le sembra che cerchi qualcos'altro?».

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