Economia

Il commento Troppa pressione addosso agli Enti

Paolo Biasi presidente di Cariverona si è incontrato, in questi giorni, a lungo con Flavio Tosi, sindaco della sua città, per discutere degli investimenti della fondazione da lui presieduta e quindi, di riflesso, dei dividendi che Unicredit distribuirà o meno, e con che continuità. Inaccettabile invadenza municipalistica, potrebbe commentare qualcuno dei nostri liberisti d’ordinanza. Ma il mercato non è solo frutto di astratte teorie, è figlio di una storia nella quale le risorse delle Fondazioni bancarie (ex ottime casse di risparmio del tipo di quelle che in Germania e Francia continuano ad avere una rilevante funzione) derivano dall’accumulazione di beni di origine municipale, perlopiù completati o alimentati da atti di generosità, spesso ispirati da spirito religioso. Anche nei loro statuti le «Fondazioni» hanno infatti esplicite funzioni di beneficenza che richiamano al loro legame territoriale.
È quindi assai ragionevole che presidenti di fondazioni e amministratori locali dialoghino tra loro su come istituzioni radicate nelle comunità possano svolgere la loro funzione. E questo comportamento non è determinato dal colore politico dei vari enti territoriali: Mercedes Bresso, presidente del Piemonte, non avanza richieste molto diverse da quelle di Tosi. E così Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, quando richiama il ruolo paritario che i soci maggiori (partendo dalla Compagnia San Paolo, l’azionista più grande di Intesa San Paolo e molto legata al Comune sotto la Mole) devono avere nella banca guidata da Corrado Passera.
Manager, come Alessandro Profumo, ad di Unicredit, che hanno sperimentato i limiti di una gestione bancaria esclusivamente fondata su astratti parametri tecnici, colgono bene, oggi, come sia un dovere rispondere alle esigenze di soci fondamentali, e affrontano costruttivamente il problema dei dividendi da distribuire perché le Fondazioni possano fare il proprio lavoro.
Si osserverà come le Fondazioni abbiano svolto una preziosa funzione di accumulazione per il nostro sistema del credito. Funzione essenziale: compreso il ruolo importante svolto per le politiche economiche dello Stato grazie al sostegno fornito alla Cassa depositi e prestiti, strumento fondamentale per il Tesoro. E questa funzione non va minata senza alternative. Tutto vero, ma da una parte le logiche di emergenza non possono durare per sempre senza creare guasti, dall’altra i compiti di emergenza possono essere seriamente assolti se chi li deve sostenere non è messo sotto pressione dall’inadempienza delle proprie funzioni. C’è un modo per risolvere la questione? Non si deve rinunciare a distribuire dividendi, non si deve più puntare solo sulle risorse delle Fondazioni per sostenere l’essenziale finanziamento della produzione via banca, si deve utilizzare il sostegno strategico che lo Stato dà via Tremonti bond.

Mettendo da parte logichette e giochetti di potere.

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