da Roma
«Mugabe è il responsabile della fame di cui soffre il suo popolo. Ha usato gli aiuti alimentari a fini politici. Il fatto che partecipi ad una conferenza sulla sicurezza alimentare è francamente osceno». La stilettata nei confronti di Robert Mugabe, padre-padrone dello Zimbabwe, invitato al vertice della Fao a Roma, non lha pronunciata un inascoltato attivista dei diritti umani. Questa volta è sceso in campo il ministro degli Esteri australiano, Stephen Smith, che rappresenta il suo paese al summit romano. Gli ha fatto eco il governo inglese, che da tempo attacca senza peli sulla lingua «il compagno Bob», come veniva chiamato Mugabe, ex guerrigliero marxista, anche da tanti amici italiani. Laspetto più assurdo è che il presidente dello Zimbabwe, in sella grazie a brogli e bastonature, viene alla Fao dopo aver affamato il suo popolo.
Il paese che governa con il pugno di ferro era il granaio dellAfrica australe, ma oggi scarseggiano il pane e la farina. Le coltivazione di mais sono ridotte ad un quarto dei tempi doro e la produzione di frumento è crollata del 90%. I bambini cominciano a soffrire di una seria mancanza di proteine a causa della crisi. Le stesse Nazioni Unite ammettono che 4 milioni di abitanti, circa un terzo della popolazione, ha bisogno di aiuti alimentari. Aiuti della comunità internazionale, che spesso vengono usati per favorire i disgraziati che ancora votano per Mugabe, lasciando a pancia vuota le tribù che appoggiano lopposizione.
Lo Zimbabwe è costretto ad importare 600mila tonnellate di granturco dal vicino Sud Africa, che una decina di anni fa riforniva di cereali. La crisi dellagricoltura non dipende solo dalle sanzioni internazionali imposte al regime, come Mugabe vorrebbe far credere. Il «compagno Bob» ha lanciato dal 2000 la grande campagna di nazionalizzazione delle terre. I veterani della guerra di liberazione hanno occupato le moderne fattorie di 3500 agricoltori bianchi, la spina dorsale delleconomia agricola. Veri e propri squadroni di picchiatori legati allo Zanu Pf, il partito al potere, che sbandierano ancora la lotta contro i colonizzatori bianchi.
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