Roma

«Complimenti all’Inter, era la più forte»

«Tra noi e loro c’è un gap per ora incolmabile»

Da guastafeste a gran cerimoniere dello scudetto interista. La Roma rimedia allo sgarbo di una settimana fa, perdendo 2-1 da un’Atalanta tutta forza e sacrificio. La testa è al derby e la trasferta bergamasca - con il secondo posto in saccoccia - non è che un impiccio per la gioia di Moratti che può finalmente festeggiare uno scudetto che vale - il suo però - «più di una Champions League». Spalletti deve rinunciare agli squalificati Pizarro, Mexes e Mancini e al risparmioso Totti, praticamente mezza squadra, un lusso. Come dimostrato dal Manchester la rosa a disposizione di Spalletti è quella che è. Se poi Wilhelmsson e Tavano, in teoria i rincalzi migliori, giocano così, la faccenda si fa preoccupante.
Senza quattro uomini chiave, la Roma mostra dunque la pallida copia del suo gioco fatto di passaggi veloci, palla a terra e in profondità. Dal canto suo l’Atalanta, reti di Doni e Zampagna, fa quello che può e mette in campo la grinta del suo allenatore, gestendo la gara senza correre eccessivi pericoli tranne che nel finale con lo sterile arrembaggio giallorosso. A nulla serve la rete di Perrotta nella ripresa. C’è spazio anche per Vieri dopo un’ora di gioco, ma Doni gli toglie la gioia del gol, parando a terra un debole colpo di testa.
Alla fine tutti contenti: la Roma che mantiene gli undici punti sulla Lazio sconfitta dalla Fiorentina, l’Atalanta che raggiunge in pratica la salvezza e il mister che perde la prima delle «due finali» ma plaude all’impegno dei suoi, vicinissimi al traguardo del secondo posto.
«La sconfitta di oggi ci può stare - analizza Spalletti - noi abbiamo avuto una bella reazione dopo il 2-0 e potevamo anche pareggiare». Dai monitor di servizio arrivano le immagini della festa interista a Siena. «La festa dell’Inter era inevitabile, vince la squadra che nel corso della stagione ha meritato più di tutti». Già, ma alla fine non si poteva far di più, arrivare a una distanza accettabile dalla squadra allenata da Mancini? «In cuor mio penso sempre di vincere tutte le partite, ma poi c’è l’evidenza dei fatti, loro sono più forti e hanno vinto meritatamente. Noi abbiamo fatto il massimo di quello che potevamo fare con la rosa che ho a disposizione». Cioè il secondo posto. «Se i ragazzi riuscissero a mantenere questa posizione riceveranno i miei complimenti. E poi il margine di punti ci può stare visti i vantaggi psicologici che si sono presi durante la stagione».
Da oggi, coppa Italia a parte, si comincia a pensare al prossimo campionato con Milan e Juventus pronte a lottare assieme alla Roma per strappare lo scudetto dalle maglie dell’Inter. Senza dimenticare una Champions da onorare nella speranza di potersi - chissà - vendicare del Manchester. «C’è la possibilità di ridurre il gap - conclude - il problema è che tra noi e l’Inter si potrebbero inserire altre due-tre squadre».

Indovinare non è poi così difficile.

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