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Il Comune si fa il consulente alla pubblicità

Il Comune si fa il consulente alla pubblicità

Il «maialino» del Giornale vince un’altra battaglia. La campagna anti sprechi fatta la scorsa estate, citando tutti i casi in cui la pubblica amministrazione avrebbe potuto risparmiare invece di piangere miseria, aveva messo nel salvadanaio anche 100mila euro l’anno che il Comune di Genova riconosceva a Luigi Picena, fatto dimettere da funzionario dove guadagnava meno per poi riassumerlo come consulente a cifre esorbitanti. Ieri anche Il Secolo XIX ha scoperto la vicenda, dando conto di come la Corte dei Conti abbia concluso l’inchiesta di cui il Giornale aveva riferito a luglio. La magistratura contabile chiede alla giunta di Marta Vincenzi di restituire i soldi sprecati.
Sarebbe una storia a lieto fine se proprio in questi giorni Palazzo Tursi non avesse approvato l’ennesimo contratto di consulenza esterna. Questa volta per farsi fare pubblicità. La delibera 56/2011 della giunta Vincenzi stavolta impone infatti di trovare un «operatore idoneo alla ricerca di sponsor». L’obiettivo è quello di trovare soldi per le manifestazioni culturali dell’amministrazione. Già ora notti bianche, settimane dei diritti, persino le similramble che deturpano via Venti trovano chissà come dei finanziatori che fanno passare la cosa come «a costo zero». E pazienza se poi in realtà gli sponsor si rivelano essere Amiu, Aster, Amt e partecipate varie, che finiscono per pagare con gli stessi soldi (quelli cioè dei genovesi) tutto quanto.
Ma proprio per questo Tursi dice di voler trovare altri sponsor, finanziatori veri, esterni. E paga un consulente apposta. Lo paga non a stipendio ma a percentuale su quello che porta in cassa. E la delibera prevede di incassare dalle sponsorizzazioni circa 350mila euro.
Al netto della percentuale? E quant’è questa percentuale? Domande senza risposta che Lilli Lauro, consigliere comunale del Pdl, prova a rivolgere al sindaco attraverso un’interrogazione scritta. Lei che, proprio lo scorso anno, aveva già sollevato il caso Picena, spedendo tutto il materiale alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. «Sul caso Picena - sottolinea Lilli Lauro - sono contenta di notare come le cose stiano finalmente cambiando. Il Giornale in perfetta solitudine aveva denunciato questo spreco, così come io avevo fatto per via istituzionale, rivolgendomi alla Corte dei Conti perché dal 2007 la sindaco non mi aveva mai riposto. Dal silenzio che sembrava voler avvolgere la vicenda, noto con piacere la grande attenzione della Corte dei Conti. Così come credo e mi auguro che a breve anche la Procura debba fare qualcosa». Sulla consulenza degli sponsor invece insiste su un altro spreco dell’amministrazione.

«Al di là del fatto che la delibera non indica la percentuale incassata dal consulente - incalza Lauro - il Comune per queste iniziative spende già molti soldi per mantenere i responsabili della Fondazione della Cultura, ha un Assessore alla Cultura, ha un Consulente esterno alla Cultura nella persona della dottoressa Margherita Rubino, ha inoltre dirigenti e funzionari con competenze acquisite sul campo anche per ciò che oncerne il rapporto con gli sponsor. O questi non sono capaci, e allora non si vede perché continuare a pagarli, oppure non aveva senso dare delle percentuali (quindi aver minori introiti) al nuovo esperto».

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