Un modello da esportare. Via Triboniano segna il destino di altre baraccopoli ad alta tensione. Sono almeno una decina le situazioni più critiche, ma il vicesindaco Riccardo De Corato anticipa che «si partirà dal campo nomadi di Chiaravalle», laccampamento di via San Dionigi che «è cresciuto oltre misura, sarà la prossima situazione che affronteremo». Le operazioni però, afferma, «richiedono tempo e risorse, perciò vogliamo che siano concordate in consiglio comunale». Sul restyling di Triboniano, che proseguono a ritmo serrato, rimane infatti più di una perplessità soprattutto da parte della maggioranza. Ieri le commissioni congiunte Sicurezza, Sanità e Politiche sociali hanno fatto un sopralluogo per verificare come prosegue la sistemazione dei rom nei container e la bonifica del terreno. La consegna delle chiavi e dei badge ai capifamiglia - legata alla firma di un Patto di legalità e socialità - nel «Campo 1» è stata quasi completata: nei 31 container dovevano essere sistemati 230 rom ma sono scesi a 178. «I delinquenti se ne sono andati - sintetizza De Corato - chi non accetta di farsi fotografare e rispettare alcune regole abbandona il campo. Ho limpressione che nel nuovo Triboniano alla fine saranno molti meno dei 580 previsti». Lunedì prossimo inizieranno le operazioni sul «Campo 2» (15 container, spese a carico della Provincia), poi sarà la volta del Campo 3 con un numero variabile da 30 a 80 roulotte. Laccesso dalla rotonda di via Triboniano non sarà più possibile, «verrà chiuso da una rete», richiesta sollecitata a ripetizione dai residenti, mentre «su 4 torri ci saranno fari accesi tutta la notte». Dal primo gennaio 60 agenti a rotazione stazionano attorno a Triboniano e un presidio fisso sarà garantito anche a risistemazione finita.
È «un intervento positivo, sta mettendo fine a una situazione di grave emergenza sanitaria», afferma il capogruppo di Forza Italia Giulio Gallera, «ma vorremmo sapere che fine fanno i rom che non accettano di siglare il Patto, sono già una cinquantina e si presume che vadano a ingrandire altri campi abusivi, la polizia deve garantire un controllo». Il capogruppo di An Carlo Fidanza sostiene che «altri Comuni devono farsi carico del problema e accogliere una quota dei nomadi, invece di predicare bene, la Provincia si attivi su questo fronte».
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