Un breve commento a quello di Paola Setti, apparso su il Giornale di domenica 9 aprile («Il test che mette in crisi la tessera») e che ridicolizza il mio essere comunista: ma che idea avete di «comunista», tanto da accusarmi di sindrome da Dottor Jackill e Mister Hide?
Essere comunista vuol dire seguire una dura scuola che nulla consente alle odierne facilonerie, allesibizionismo e alle posizioni di rendita. Alla demagogia imperante. Significa battersi per alcune priorità antiche e sempre nuove. Per prima il lavoro. Dunque, il sì alle grandi opere che, aumentando la competitività del sistema-Italia, creino occupazione era articolato e molto meno semplicistico della domanda del test.
Ma anche sì ai diritti, come nelle mie risposte al questionario avevo chiaramente indicato; senza che il presunto «comitato scientifico», che tali risposte doveva interpretare «oggettivamente», abbia ritenuto bene di tenerne conto: ad esempio i Pacs; ad esempio la priorità della scuola pubblica come agenzia di promozione della cittadinanza eguale, legge 30 - La guerra in Iraq.
Visto landazzo strumentale dei commenti alle risposte a fini di lotta politica (ma siete giornalisti o attivisti del vostro editore-padrone?), di cui larticolo in questione è chiaro esempio, vi invito a pubblicare questa mia lettera ai sensi della Legge 8/2/48.
Capogruppo del Partito
Comunisti Italiani
Regione Liguria
Larticolo in questione era nato da un test su Internet che tutti in Regione si sono divertiti a fare, proprio perché le posizioni di ognuno risultavano lontane dai partiti di appartenenza. Nessuno si è lamentato, né di centrodestra né di centrosinistra, tranne Bianchi. Linvito a pubblicare la lettera ai sensi della legge 8/2/48 significa che, altrimenti, Bianchi si riserva di querelare.
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