«Condanne a morte» ai leghisti e a chi si batte per via Venturini

«Condanne a morte» ai leghisti e a chi si batte per via Venturini

(...) Il consigliere regionale Pdl Alessio Saso giudica «vergognoso» il fatto che il Comune abbia preferito anteporre le esigenze «delle bancarelle ambulanti» alla cerimonia di intitolazione dello spazio nei giardini di Brignole. Una scelta che tradisce le speranze di «autentica pacificazione» che il centrodestra aveva riposto nella scelta toponomastica. Anche Gianni Bernabò Brea, de La Destra, chiede con un’interrogazione urgente al Comune di sapere i motivi dell’assurda decisione. Ma, per l’appunto, si tratta di iniziative politiche e perfettamente democratiche, rientranti nella dialettica politica.
Dal sito di Indymedia gli attivisti di sinistra gettano invece accuse pesantissime ai compagni di Rifondazione che avrebbero addirittura permesso di dedicare una targa a «quel porco fascista di Venturini. Grazie “rifognazione”, sentivamo la tua mancanza!». Questo è solo il tenore del comunicato che appare sul sito. Poi si scatenano le reazioni. I pacifisti che sfilano contro le pene di morte nei paesi non comunisti, scrivono ad esempio: «Io sinceramente non sono per abbracciare i miei nemici: potessi ammazzare un poliziotto lo farei, idem per feccia simile». O ancora: «Nessuna tolleranza per chi è intollerante! Mazzate ai fasci sì, ma pure ai rifognaroli!». Chi prova a dire che in fondo si trattava di un ragazzo ucciso, viene insultato e minacciato. L’appello è alla rivolta di piazza nel giorno in cui verrà comunque fatta l’intitolazione: «Mobilitiamoci in gruppi per colpire sta c... di inaugurazione. In piccoli gruppi si può far più e meglio che in un presidio unico di contestazione. In ogni caso ognuno cerchi di presentarsi nella zona calda per tempo. Possibilmente anche da fuori Genova». Proprio come accaduto nei giorni scorsi contro Forza Nuova che raccoglieva firme (pratica evidentemente troppo fascista per una città dei diritti come Genova) contro l’arrivo degli immigrati.
In attesa dell’ennesimo assalto violento per il quale non si sprecheranno certo i comunicati indignati, c’è da registrare una serie di attacchi ai danni della Lega e del suo rappresentante a Sampierdarena, Davide Rossi. Per i quali in serata, in extremis, è arrivata la solidarietà «condizionata» con i se e con i ma del Pd. Al capogruppo del Carroccio sono state tagliate le gomme dell’auto nella notte tra venerdì e sabato scorsi. La notte successiva è stata imbrattata la porta della sede del partito in via Cantore dove sono state vergate scritte minatorie che assicuravano a Rossi «una fine come quella del consigliere di Roma».

Le minacce di essere gambizzato come l’esponente romano di Casa Pound e altre «condanne a morte» espresse su facebook non hanno fatto scattare alcuna solidarietà, se non da parte dei colleghi di partito Edoardo Rixi e Alessio Piana.

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