Confindustria vede un anno nero: crescita all’1%, consumi in discesa

Pininfarina teme il possibile aumento dei tassi Senza le riforme, Paese sempre in affanno

da Roma

Il 2008 sarà un anno «problematico». Con indici al di sotto delle attese, in particolare per quanto riguarda i consumi e il Prodotto interno lordo, la cui crescita sarà molto inferiore rispetto alle previsioni dal Dpef. Un solo punto percentuale, contro l’1,5 delle stime governative. Lo scenario illustrato ieri da Confindustria conferma che un biennio tutto sommato positivo sta volgendo al termine. Per il centro studi di viale dell’Astronomia il 2007 si chiuderà una crescita del Pil all’1,8 per cento, superiore dello 0,1 per cento rispetto alla precedente stima. Ma la frenata si farà sentire il prossimo anno. E sarà peggiore anche rispetto alle previsioni degli stessi industriali che davano il Pil del 2008 all’1,3 per cento. Andamento molto simile per i consumi delle famiglie. Nell’anno in corso cresceranno dell’1,9 per cento mentre il prossimo anno si fermeranno all’1,2 per cento. Nel 2009 è prevista una ripresa sia del Pil sia dei consumi.
Ma si tratta comunque di segnali «insoddisfacenti», ha sottolineato il vice presidente di Confindustria Andrea Pininfarina, spiegando che lo scenario di Confindustria «si basa su ipotesi di una evoluzione favorevole per la congiuntura americana, la politica monetaria, il dollaro, che rimane ai minimi ma senza ulteriori marcate svalutazioni, e il petrolio, che si allontana dai 100 dollari al barile, senza tornare però a buon mercato». Gli indici italiani rimangono «lontani da quelli degli altri Paesi partner» europei «e soprattutto da quel che servirebbe al Paese per risolvere gli squilibri economici e sociali». La ricetta è quindi quella di «agire sui vincoli strutturali» dell’Italia. Ad esempio il costo della politica, le semplificazioni amministrative per le imprese, l’inefficienza della giustizia e l’istruzione.
Dati allarmanti anche sui prezzi. Confindustria certifica una nuova fiammata per il prossimo anno, che porterà l’inflazione dall’1,8 per cento del 2007 al 2,2 per cento. La situazione dei prezzi, secondo gli industriali, è comunque sotto controllo. Già nel corso del 2008 la spinta dovrebbe rallentare gradualmente verso l’1,9 per cento a fine anno che allontanerà l’eventualità di una nuova spirale inflazionistica. «Il rischio inflazione è un falso allarme che però - avverte Pininfarina - contiene il pericolo di autorealizzarsi, se contribuisse a mettere in moto una rincorsa tra prezzi e salari».


Parole che tradiscono un altro timore di Confindustria, legato non tanto alle previsioni italiane, quanto all’inflazione europea di novembre. Il 3,1 per cento «preoccupa. Fa temere, conoscendo la sensibilità Bce, una ulteriore stretta sui tassi».

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