Una forchetta e due bacchette incrociate tra loro simboleggiano un matrimonio di gusti e di sapori tra Italia e Cina. Per ora questo avviene in un ricettario e domani si spera anche nella realtà perché la Cina sarà cattiva per i problemi che pone in materia di prodotti contraffatti, aggressività commerciale e diritti umani negati, ma è anche un formidabile colosso economico, espressione di un paese di circa un miliardo e 400 milioni di abitanti. Ed è proprio pensando a uneconomia in crescita e a quanti nuovi ricchi potrebbero avere voglia di mangiare nuovo e diverso, che la Regione Lombardia, la camera di commercio di Milano e il consorzio del Grana Padano hanno dato vita a Crossroads «where lombard tradition meets chinese taste», incontro che deve avvenire a tavola, luogo ideale per concludere altri affari.
Per ora, la cosa più evidente di Crossroads, crocevia in italiano, è soprattutto un libro di ricette, «Il gusto lombardo sulla via doriente», e un investimento di un milione e 400mila euro, cento centesimi per ogni cinese residente in Cina, dei quali la metà garantita dal Grana Padano e laltra suddivisa tra regione e Unioncamere. Non è molto se pensiamo a cosa è la Cina, ma va bene almeno per iniziare a scalare, ingolosendolo, il colosso asiatico e di certo un ricettario è un simpatico biglietto da visita. Il tutto nella speranza che anche i cinesi si mettano a esportare qualità e non solo materie prime che sono solo lanticamere dellimmangiabile, la signora Tao Jin, «chinese consul of science and technology», che ha assicurato come «i lombardi non devono avere timori: non copieremo il Grana. Per noi cinesi è già un problema bere il latte, figuriamoci convincerci di mangiare formaggio. La nostra popolazione è 23 volte quella dellItalia, ne passerà del tempo». Intanto le prime mille forme sono già là, nella speranza non vengano malamente clonate per esserci rivendute in via Paolo Sarpi....
In ogni modo Viviana Beccalossi, assessore allagricoltura, ha avuto buon gioco nel ricordare «che i lombardi sono riusciti a vendere riso ai cinesi», un voler dire che se si lavora bene, con buone carte in mano, nulla è impossibile: «Siamo una regione con 25 prodotti tutelati da Dop o Igp e vini che vantano 15 Doc e 4 Docg. Il Grana Padano è il nostro apripista ma non bisogna dimenticare le altre bontà come il salame di Varzi, il formaggio Bitto o le bollicine della Franciacorta».
Quanto al libro, è bilingue italiano e cinese e può essere scaricato dal sito www.buonalombardia.it. Sono 50 ricette, messe a punto da un cuoco italiano, Giancarlo Piccarreta che coordina la sede di Shanghai dellIcif, listituto di cucina italiana per stranieri, e da otto suoi colleghi cinesi. Trenta piatti fusion e 20 di tradizione come cassoeula e tortelli di zucca. Sono state anche fatte assaggiare in Cina a un panel di 160 consumatori tra i 25 e i 40 anni, benestanti, e alcuni giornalisti specializzati e chef.
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