Consigliere comunale ucciso davanti al figlio con 13 colpi di pistola

Castellammare di Stabia (Napoli)«Lello sta giù e non muoverti, a papà». Quando ha capito che non poteva farcela a sfuggire ai sicari, Gino Tommasino, 43 anni, ha pensato a mettere in salvo almeno il figlioletto di 13 anni, Raffaele. Tredici colpi di pistola, per uccidere il consigliere comunale del Pd, Tommasino, 43 anni. È successo ieri pomeriggio, a Castellammare di Stabia (Napoli), terra di camorra, dominata dal clan D'Alessandro. Anche se da queste parti gli omicidi non sono un evento straordinario, la città è comunque sotto choc. Come 17 anni fa, quando, il 10 marzo del '92, Castellammare fu colpita da una vicenda del tutto simile: la spietata esecuzione di un altro consigliere comunale, Sebastiano Corrado, dell'ex Pds.
Ma questa è una storia diversa: Corrado fu eliminato per una tangente negata al clan D'Alessandro. Le ragioni che invece hanno provocato l’eliminazione di Tommasino, ex Margherita, un fratello, Giovanni, con un passato da assessore, sono ancora avvolte nel mistero. Gli investigatori escludono, per il momento, solo l'ipotesi della rapina e la pista passionale. Resta aperto il movente politico o l'omicidio a scopo estortivo. La vittima gestiva, con la moglie Libera, due boutique in centro: forse il racket voleva la sua parte.
Che a premere il grilletto siano stati due sicari professionisti della camorra, non vi è alcun dubbio: inseguimento, gli spari, il colpo di grazia. «Hanno sparato mani esperte», dice il questore Antonino Pugliesi, poco dopo l'omicidio in viale Europa, per coordinare le indagini. Tommasino era nella sua Lancia Musa, in compagnia del figlio, quando si è accorto che due uomini che indossavano il casco protettivo e si trovavano a bordo di una moto Beverly, da un po' lo stavano seguendo. Il consigliere comunale ha accelerato l'andatura ma, dallo specchietto retrovisore si è accorto che la moto era sempre nella sua scia. Poco dopo, i sicari hanno iniziato a sparare. Il politico è riuscito a scansare i primi proiettili, ha sbandato ed è andato a sbattere contro alcune auto in sosta ma la corsa è poi finita. Un passante si è preso cura di Raffaele, lo ha fatto uscire dall'auto e lo ha portato via.
Gli inquirenti hanno sequestrato il computer del consigliere Tommasino e le sue carte. Le ragioni di questo omicidio potrebbero essere scovate tra le sue cose. Pare che il commerciante avesse manifestato l'idea di dimettersi dal suo incarico in Consiglio comunale. Sotto la lente di ingrandimento di polizia e Pm, le sue forti denunce contro il «troppo cemento», che lanciava attraverso la sua associazione «Itaca». A Castellammare quando si parla di abusivismo edilizio il pensiero corre subito alla collina di Varano, blindata da vincoli archeologici e urbanistici. Ville, bar, locali, edifici, sono da tempo «a rischio» abbattimento da parte della magistratura, come rivela il battagliero quotidiano locale Metropolis, autore di numerose inchieste sull'abusivismo edilizio stabiese. Ma a Castellammare ci sono appalti sui quali i clan vorrebbero mettere le mani. Su tutti, le Terme di Stabia, per il passaggio dal pubblico al privato.
Dolore e sconcerto bipartisan per l'omicidio Tommasino. «Una pagina di orrore della camorra», dice il segretario del Pd, Walter Veltroni.

Per il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, coordinatore regionale di Forza Italia il delitto «segna profondamente la coscienza di chi in Campania è impegnato per il rispetto della legalità e dei valori democratici».
carminespadafora@libero.i

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