Consiglieri aggiunti, un «magro» bilancio

Omar Sherif H. Rida

Tempo di bilanci per i consiglieri aggiunti. A un mese e mezzo dalle elezioni per il rinnovo delle loro cariche in consiglio comunale e in quelli municipali, previste per il prossimo 10 dicembre, ieri pomeriggio i quattro rappresentanti degli stranieri in aula Giulio Cesare hanno ricevuto il saluto finale della Giunta, con l’assessore alla Semplificazione Mariella Gramaglia che ha auspicato una «forte partecipazione all’appuntamento elettorale». Una cerimonia preceduta da una conferenza stampa mattutina - la prima dei loro 31 mesi trascorsi in Campidoglio - durante la quale i quattro hanno ripercorso un’esperienza con poche luci e tante ombre. «Dopo essere stati eletti, nell’aprile 2004 - ha ricordato il peruviano Santos Taboada Zapata - siamo stati costretti a confrontarci con la mancanza di esperienza e con un appoggio inferiore alle attese da parte di sindaco e Consiglio. Solo alcune delle nostre iniziative sono state appoggiate». Tra tutte le mozioni per cambiare la legge per la concessione della cittadinanza, quella per la creazione di centri interculturali e la delibera con cui è stato istituito il registro pubblico dei mediatori interculturali, che dovrebbe essere aperto a gennaio 2007 ma per cui la Giunta non ha ancora approvato il regolamento di gestione.
Novità anche per il marocchino Aziz Darif, che sempre ieri ha annunciato l’adesione politica all’Ulivo. A chi gli ha chiesto se questo «scelta di campo» non sia in contrasto con la necessità di rappresentare tutti gli stranieri, Aziz ha così replicato: «L’ho fatto perché è l’unico modo per contare realmente. Da soli non riusciamo a incidere. È un po’ come se ci avessero chiuso i rubinetti subito dopo il nostro ingresso in aula Giulio Cesare». Tutti puntano il dito sulla mancanza del diritto di voto: «Senza poter votare - ha rincarato la dose Aziz - per noi non c’è nessuna speranza di poter contare. In questi due anni e mezzo non sono mai riuscito a star seduto al mio posto, costretto com’ero a cercare di convincere qualche altro consigliere ad appoggiare le nostre iniziative. Nel 2005 una nostra mozione in materia è stata bloccata dalla maggioranza prima della presentazione, perché ci è stato detto che mancavano le condizioni politiche». Più roseo il bilancio tracciato dal rumeno Gabriel Rusu: «Siamo dei privilegiati perché a Roma possiamo presentare atti in Consiglio». Tuttavia proprio Rusu sarà l’unico a non ricandidarsi: «A gennaio Romania e Bulgaria entreranno nell’Ue - ha spiegato - e così come stabilito dal Comune gli eletti appartenenti ai Paesi neocomunitari decadrebbero dalla loro carica». Altra nota dolente quella dei consiglieri aggiunti nei municipi. «Molte delle riunioni convocate con loro - ha ricordato Zapata - sono andate quasi deserte». E anche ieri i pochi presenti hanno evidenziato i problemi con cui si sono confrontati: esiguità del rimborso spese (30 euro lorde a seduta), difficoltà operative e di conciliare l’incarico con il lavoro. Una situazione che in alcuni municipi - tra cui il I e il XII - ha portato i consiglieri aggiunti ad abbandonare di fatto la carica dopo poche sedute.


Ultimo capitolo dedicato alle modalità delle elezioni del 10 dicembre, con il consigliere comunale di An, Fabrizio Ghera, che solleva dubbi «sulla legittimità e la regolarità del diritto di voto agli stranieri non residenti a Roma»: per ora sono meno di 100 quelli iscritti nelle liste. «Va bene - spiega Ghera - far partecipare chi vive la città, ma così si attua una disparità di trattamento verso gli stessi cittadini italiani, che se privi della residenza non godono del diritto a recarsi alle urne».

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