Consumi, la crisi resta lontana da Milano

Quasi metà dei negozianti si dice ottimista per il futuro. Sangalli: «Dato incoraggiante»

Milano, per una volta, va in controtendenza. Mentre tutto il Paese registra un picco negativo nelle vendite, il capoluogo lombardo nel primo trimestre dell’anno ha segnato un incremento dello 0,9 per cento, con la grande distribuzione (+4,9 per cento) e il commercio al dettaglio degli alimentari (+3,9 per cento) a fare da traino. Lo afferma un rapporto della Camera di commercio in vista dei saldi, che a partire dal 2 luglio invaderanno tutta la città.
Si è parlato di «aprile nero». Già si annunciava la «crisi economica». L’Istat proclamava «la caduta libera del mercato italiano», con un meno 3,9 per cento nel solo mese d’aprile (-0,9 per cento se si guarda l’intero trimestre). Il peggior dato dal 1996. Ma non Milano. Il capoluogo lombardo torna a respirare. Nell’ultimo trimestre, le vendite hanno ripreso a marciare. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, l’aumento più vistoso si è registrato nel segmento dei supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+4,9 per cento). Previsioni positive e stabili. Frenano, invece, il settore dell’abbigliamento (-1,9 per cento) e in generale il commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari (-1,3).
È consistente, infatti, la percentuale degli esercenti (42 per cento) che si aspettano una sostanziale stabilità delle vendite nei prossimi mesi. Più ottimismo tra i tradizionali commercianti al dettaglio e gli operatori della media distribuzione (rispettivamente il 28 e il 30 per cento), meno i grandi distributori che prevedono una flessione. «In questo momento difficile, l’ottimismo della metà dei commercianti - dichiara Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio - ci fa ben sperare».
Un dato interessante è quel 22 per cento di imprese che hanno dichiarato di aver effettuato degli investimenti destinati allo sviluppo delle vendite. Nel primo trimestre 2005, dunque, questi investimenti sono stati diretti principalmente verso la ristrutturazione o l’ampliamento dei locali esistenti. Questo per quanto riguarda le imprese della piccola e media distribuzione. La grande, invece, ha privilegiato principalmente l’acquisizione di nuovi locali.
Ed è già ora di saldi. A partire dal 2 luglio.

Con l’operazione Saldi chiari, a cui aderiscono oltre mille imprese, «l’acquisto in saldo - spiega Renato Borghi, vicepresidente dell’Osservatorio prezzi e membro di giunta della Camera di commercio - è trasparente perché regolato da un codice di comportamento, predisposto d’intesa con le associazioni dei consumatori». Un codice che garantisce sia il consumatore sia il commerciante. «Soprattutto durante i saldi - commenta Sangalli - diventa importante ed evidente l’alleanza tra consumatore ed esercente».

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