Più che uninaugurazione di fine lavori, quella di ieri, è stata una sorta di autocelebrazione (con tanto di ricco buffet) dellattivismo politico e gestionale che campeggia nella Regione e nel Policlinico più grande dEuropa. Già, perché di fine lavori nelle gallerie ipogee dellUmberto I certo non si può parlare visto che ci sono ancora da completare limpianto di illuminazione e demergenza, da realizzare il progetto di impiantistica per le reti elettriche, per i cablaggi informatici e telefonici, tutti da interrare, il sistema di aerazione, nonché di predisporre un meticoloso sistema di videosorveglianza con 100 telecamere. In pratica un occhio elettronico ogni 20 metri. Nemmeno fosse la Casa Bianca.
Eppure malgrado tutte queste attività da mettere in cantiere, sia il governatore Marrazzo che il general manager Montaguti hanno espresso la loro smisurata soddisfazione perché sono riusciti a ristrutturare la porzione muraria dellipogeo in 100 giorni come annunciato a marzo scorso. Un risultato che fa il suo effetto ricordando comera lipogeo anche se il lavoro svolto fino a oggi è una romanella - come si suol dire -, accurata e precisa, ma sempre un lavoro di superficie. Peraltro il «primo stralcio dellopera» - come lha voluto chiamare il manager - è stato anche possibile grazie alle tre concessioni in subappalto per lo smaltimento dei materiali dimessi e il rifacimento della pavimentazione. Quanto alla ristrutturazione complessiva si dovrà invece attendere la primavera prossima: il 9 maggio 2009. Una data che viene ricordata dal presidente della Commissione per la riforma del sistema sanitario regionale, Luigi Celori, precisando che «gli impianti rinnovati non sono stati ancora collaudati. Il sistema antincendio non risulta ancora attivo, le porte antincendio sono prive dei magneti e dunque inutilizzabili. Le telecamere che sono state applicate, non sono al momento collegate alla centrale e sono dunque inattive. È stata autorizzata inoltre la riapertura di due sale operatorie alle quali si accede tramite gli stessi corridoi, questo senza tener conto dei rischi che i pazienti e gli addetti ai lavori possono correre nellattraversarli. A questo punto - conclude Celori - mi piacerebbe sapere dal presidente Marrazzo quali sono le motivazioni che lo hanno spinto a inaugurare un cantiere ancora aperto, con il rischio di esporre pazienti e operatori a pericoli». Gli fa eco Fabio Desideri, consigliere regionale della Rosa per lItalia-Cristiano popolari, ponendo laccento su una serie di nodi da sciogliere.
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