Conti, allarme deficit. Almunia loda Tremonti

Le previsioni dell'Ue sui conti pubblici italiani: in crescita debito che tornerà sopra il 110%. Sforati i parametri di Maastricht: deficit/pil al 3,8%. Cala solo l'inflazione: 1,2%. Almunia promuve Tremonti: "Bene il piano del governo italiano"

Conti, allarme deficit. Almunia loda Tremonti

Bruxelles - Nuvole nerissime sui conti pubblici italiani. Il deficit italiano tornerà quest’anno "ben al di sopra del 3%". Dopo aver chiuso il 2008 al 2,8%, nel 2009 schizzerà al 3,8%, con un "miglioramento minimo" nel 2010 al 3,7%. Sono queste le nuove previsioni della Commissione europea che prevede uno sforamento, da parte italiana, dei parametri di Maastricht.

Debito pubblico In crescita anche il debito pubblico italiano, destinato a balzare nuovamente sopra il 110%. Dopo aver chiuso il 2008 al 105,7%, nel 2009 si tornerà al 109,3% e nel 2010 al 110,3%. "L’elevatissimo debito pubblico - spiega la Commissione Ue - impedisce al governo di ricorrere in maniera più ampia a strumenti fiscali" per far fronte alla crisi. "Gli stabilizzatori automatici - prosegue - porteranno il deficit ben al di sopra della soglia 3% nel 2009, con un miglioramento solo marginale atteso nel 2010. Questo - conclude Bruxelles - assieme a una crescita attenuata, implica un innalzamento del debito che potrebbe andare oltre l’orizzonte delle previsioni. Le possibili ricapitalizzazioni bancarie, infatti, potrebbero condurre il debito anche oltre quanto previsto".

Lavoro e disoccupazione Nel 2009 "la posizione competitiva dell’Italia non migliorerà e la perdita di posti di lavoro è attesa in aumento, con un significativo incremento del tasso di disoccupazione" afferma la Commissione Ue. Il tasso di disoccupazione sarà dell’8,2%, contro il 6,7% del 2008. Nel 2009 salirà ulteriormente all’8,7%, a politiche invariate. Balza anche la disoccupazione europea. Nel 2009 nella zona euro il dato sarà del 9,3% e nei 27 dell’8,7%, con 3,5 milioni di posti di lavoro in meno.  Per l’Italia "l’impatto del rallentamento economico sul mercato del lavoro è stato fino ad ora più visibile in termini di ore lavorate che di numero di occupati" si legge nel documento, che aggiunge: "Le perdite di posti di lavoro dovrebbero accelerare nel 2009, risultando in un significativo aumento del tasso di disoccupazione. Nel 2009, il costo del lavoro per unità dovrebbe rallentare, dopo la forte accelerazione registrata nel 2008. Tuttavia, dati gli sviluppi avversi dei tassi di cambio, la situazione competitiva del Paese non dovrebbe migliorare".

L'Europa in recessione La Commissione Ue rivede drasticamente al ribasso le sue precedenti stime di crescita dell’economia europea e prevede per il 2009 un crollo del pil a quota -1,9%. Bruxelles, comunque, spera che la ripresa possa manifestarsi già entro la fine dell’anno, e prevede che il 2010 si chiuderà con un +0,4%. Tra i principali Paesi della zona euro, la Germania chiuderà il 2009 a quota -2,3%, la Francia -1,8% e la Spagna a -2%. Cattive notizie anche per il prodotto interno lordo: l’Italia "è entrata in recessione nel 2008" chiudendo l’anno con un pil a quota -0,6%. Pil che nel 2009 precipiterà a quota -2%. Prevista una leggera ripresa nel 2010, con un +0,3%. "L’economia italiana - spiega la Commissione Ue - è entrata in recessione nel 2008, a causa della debolezza della domanda interna. L’alta inflazione ha accresciuto l’incertezza provocando una contrazione dei consumi privati, mentre la stretta sulle condizioni del credito ha portato a un calo degli investimenti". Solo l’export ha dato un contributo positivo al pil, "ma solamente perché la riduzione delle importazioni è stata più marcata di quella delle esportazioni". Buone notizie solo dall'inflazione che crollerà all’1,2% nel 2009, per risalire nel 2010 al 2,2%. Il 2008 si è chiuso con un’inflazione al 3,5%.

Il commissario promuove Tremonti La situazione dei conti pubblici italiani richiede un "adeguato coordinamento di prudenza e stimolo" per far fronte a una situazione di bassa crescita e di necessità di risanamento dei conti pubblici. È quanto ha spiegato il commissario Ue per gli Affari economici, Joaquin Almunia. "Penso che il governo italiano, in particolare il ministro Tremonti, non abbiano bisogno dei miei suggerimenti. Tremonti sa che cosa deve fare". Per Almunia il mix di "prudenza e stimolo" è già presente nelle politiche messe a punto dall’Italia e deve essere portato avanti. A chi gli chiedeva se per l’Italia sia prevista l’apertura della procedura per deficit eccessivo, dopo che la precedente è stata chiusa nella primavera del 2008, Almunia ha risposto che la discussione sui "programmi di stabilità e le necessarie conclusioni verranno tratte il 18 febbraio".

Almunia e la ripresa "L’Europa ha davanti a sè un 2009 all’insegna della recessione". Con una crescita di segno negativo, all’1,8%, che dovrebbe tornare di segno positivo nel 2010, a politiche immutate, con uno 0,3%. Ma secondo il commissario europeo all’economia, Joaquin Almunia, "un recupero graduale sia pure modesto ci dovrebbe essere già nella seconda parte dell’anno". Nella conferenza stampa, il commissario non esita tuttavia a parlare di "previsioni un po' cupe" e spiega che il loro anticipo, insieme all’allargamento a tutti i Paesi europei, è destinato a consentire un migliore e continuo monitoraggio dei piani anti crisi.

Bonaiuti: "L'Italia regge" "La crisi c’è e non si può sottovalutare, ma poi in fondo, con un po' di ottimismo". Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, fa notare che i consumi non sono calati come si pensava, "quell’inflazione che secondo la sinistra, come al solito cattiva profeta-doveva spaccare letteralmente l’economia, non c’è stata ma è calata perché sono calati i prezzi del petrolio e delle materie prime". E continua: "L’Italia regge, si era detto che nessuna banca sarebbe crollata sotto i colpi della crisi, la parola è stata mantenuta, così come si era detto che nessun cittadino avrebbe perso neanche un euro di quelli investiti nelle banche e la parola è stata mantenuta.

Le piccole e medie imprese lavorano, certo con difficoltà generate dalla crisi internazionale e aumenteranno, ma il ministro Tremonti è come se avesse piazzato l’Italia al riparo o meglio, ai margini della tempesta, varando una finanziaria per tre anni e senza cedere a quelli che sono gli assalti tipici".

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