RomaA Bruxelles tra i ministri economici, poi al cospetto dellesecutivo europeo, portando in dote tre dati a dir poco negativi. Un debito pubblico che, a fine anno, sfonderà la soglia dei 2.000 euro; entrate fiscali in calo, poi crescita e consumi al palo, tanto da rendere difficile, se non impossibile, risanare i conti anche in futuro.
Venerdì era stata la Commissione Ue a certificare le difficoltà italiane. Ieri, proprio mentre il premier Mario Monti stava partendo per la tre giorni europea, da Bankitalia la conferma che le cose non vanno bene sul fronte dei conti pubblici, ma nemmeno su quello delle entrate, punto di forza dellesecutivo.
In marzo, nel pieno delle campagne anti evasione e dei biltz a caccia di scontrini non emessi, le entrate del fisco sono calate. Quindi non è bastato leffetto deterrente (gli aumenti record di scontrini emessi nei negozi delle zone bersagliate) se è vero che, secondo i dati del bollettino statistico, le entrate sono calate del 3,6 per cento, a 26,237 miliardi rispetto ai 27,221 miliardi del marzo 2011. Se si considerano i primi tre mesi dellanno, le entrate sono scese dello 0,5% rispetto allo 2011.
Calo meno pronunciato, ma importante. Segno che, nonostante nuove tasse e la stretta sullevasione, la base imponibile si è ridotta. In altre parole, cè sempre meno da tassare, a causa dello stato delleconomia; meno stipendi e meno scambi si traducono in meno entrate per lo Stato.
Dati negativi anche sui conti pubblici. Il debito, dopo un breve stop, è tornato a correre ai ritmi consueti. Il rosso ha toccato quota 1.946 miliardi di euro. In tre mesi, ovvero dalla fine del 2011, è aumentato di 48,9 miliardi di euro e, a questa velocità, potrebbe sfondare la soglia dei 2.000 miliardi di euro. Per ogni famiglia, hanno calcolato le associazioni dei consumatori, nei mesi del governo Monti il debito è aumentato di 1.837 euro a famiglia ed è arrivato a 32.435 euro per ogni individuo.
Oggi lItalia e gli altri Paesi dellEurozona renderanno noto landamento della crescita nel primo trimestre dellanno. Per noi gli analisti indicano, come probabile, un calo dello 0,7 per cento rispetto allultimo trimestre 2011. Confermate, quindi, le difficoltà delleconomia, che si tradurranno inevitabilmente in ulteriori problemi sul fronte dei conti pubblici.
Senza contare, facevano notare ieri fonti del governo, la spesa per interessi che è aumentata oltre le previsioni (ieri lo spread tra i rendimenti dei nostri titoli e quelli tedeschi ha toccato i 424 punti). Abbastanza per rendere più che realistico quello che venerdì era sembrato un equivoco dovuto ad una cattiva traduzione di un rapporto europeo, cioè la necessità di una manovra aggiuntiva da almeno 18 miliardi di euro.
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