Politica

«Contro le stragi notti senza auto»

da Roma

Lasciare l’auto a casa e andare in discoteca in autobus. Ieri notte è partito il primo tentativo di rivoluzionare le abitudini dei frequentatori dei divertimentifici d’Italia.
L’hanno battezzata «Una notte per la vita», l’iniziativa di uno stop alle auto dalle 22 alle 6, per evitare morti sulle strade almeno per un sabato sera: un’iniziativa proposta dall’ex ministro Carlo Giovanardi e adottata dall’Associazione italiana familiari e vittime della strada. Uno stop simbolico ma apprezzato anche dalla Conferenza episcopale italiana, per porre un argine a una strage di migliaia di giovani che perdono la vita durante i weekend: 8.000 in dieci anni, solo nei fine settimana. Insomma andare in discoteca con taxi o con navette, si dovrebbe dimostrare, o perlomeno provarci, che fermare la morte sul fronte del divertimento si può.
Il Papa ha di recente sollecitato le istituzioni pubbliche perché si adoperino per mantenere le arterie stradali sicure, ma Benedetto XVI ha fatto anche appello al senso di responsabilità che ciascuno ha verso se stesso e verso la collettività. L’Aci a sua volta ha messo alla prova il «popolo della notte» capitolino sottoponendo ai ragazzi - di età compresa tra i 17 e 25 anni - un questionario per testare il grado di consapevolezza alla guida sicura.
Intanto polizia e carabinieri, in conclusione della Settimana della sicurezza stradale, hanno diffuso i dati sull’ecatombe alla guida (mancano però le cifre delle polizie locali): sono stati 547 i morti, di cui 228 con età inferiore ai trent’anni (il 41,7% del totale), e 14.984 i feriti nei fine settimana dal 29 dicembre al 22 aprile.

Si moltiplicano intanto gli annunci di regole più severe sulla strada da parte del governo, ma le modifiche al codice per ora languono in Parlamento.

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