Il nome è minaccioso e si sposa alla perfezione con la capacità di lasciare il segno sulla pelle. Anche in Italia la zanzara tigre, per la scienza Aedes albopictus, è riuscita a trovare le condizioni climatiche per superare indenne gli inverni e proliferare. Originario della foresta pluviale, dove si riproduce nell'acqua rimasta nelle cavità degli alberi, questo insetto è poi, con l'espansione dei centri abitati, venuto in contatto con una serie di manufatti in grado di contenere acqua e li ha sfruttati per sopravvivere e diffondersi in tutto il globo. La zanzara tigre è molto attiva anche durante il giorno e, non essendo una volatrice provetta, nei pressi dei suoi focolai ce n'è sempre un'elevatissima concentrazione. La specie è arrivata in Italia verso il 1990, dal Sudest degli Usa grazie ai copertoni usati, curiosamente l'ideale per la deposizione delle uova.
Oggi per combatterle è necessario un approccio scientifico, uno studio accurato del territorio e personale esperto. Soprattutto si deve agire su diversi piani, dalla lotta alle larve a quella delle zanzare adulte. La maggior parte dei focolai usati dalla zanzara tigre riguardano l'uomo. E se tombini e sottovasi non si possono eliminare, si dovrebbe evitare di lasciare all'aperto copertoni, recipienti e bidoni. Questi ultimi possono essere rimossi facilmente, ma servirebbe un lavoro troppo capillare. Quindi l'eliminazione di un focolaio rappresenta il risultato migliore. I prodotti sul mercato spaziano da quelli chimici ai microbiologici: i primi hanno maggiore persistenza, mentre i secondi sono altamente selettivi e quindi più rispettosi dell'ambiente. La lotta larvicida sembra un metodo più costoso, rispetto alla rimozione del focolaio, ma è sempre economicamente ed ecologicamente più conveniente. Vero è che la lotta alla zanzara tigre non può avere esiti positivi senza un attivo coinvolgimento della popolazione. Le zone a rischio 'infestazione da zanzara tigre nelle aree pubbliche sono solo il 20-30% del totale, mentre il 70-80% è di proprietà privata. È quindi necessario che i cittadini mettano in atto misure di prevenzione e di trattamento. Particolarmente efficaci sono i trattamenti larvicidi con prodotti a base di Bacillus thuringiensis subspecies israelensis (Bti) in grado di attaccare le larve e quindi di diminuire la popolazione degli adulti, vettori delle infezioni. Il Bti è un batterio patogeno specifico di queste larve, non è tossico per i pesci e mammiferi e quindi adatto all'utilizzo anche in ambiente domestico. Leader mondiale nella produzione di prodotti microbiologici a base di tale componente è la statunitense Valent BioSciences Corporation (Vbc), parte integrante nell'assetto societario di Sumitomo Chemical Italia Srl, da anni impegnata nel seguire e supportrare diversi progetti di lotta alle zanzare su tutto il territorio nazionale.
Contro la zanzara tigre meglio concentrarsi sulle larve
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