Coppa del Mondo a rischio nelle mani del Prof

Gian Maria De Francesco

da Roma

Gli Azzurri l’hanno vinta a Berlino lo scorso 9 luglio, ma il governo Prodi rischia di perderla dopo poco più di due mesi in quel di Canton, nella lontana Cina. Si tratta della Coppa del Mondo che la delegazione italiana ha portato con sé nella missione nel Paese del Celeste Impero come simbolo del made in Italy vincente. Una mossa mediatica studiata a tavolino per aggiungere lustro a un’operazione di politica commerciale internazionale voluta dal governo Berlusconi e della quale il Professore (già messo a dura prova dal caso Telecom) sta cercando di prendersi tutti i meriti.
Il trofeo, che ha varcato per la prima volta i confini italiani dalla scorsa estate, è attualmente esposto alla Fiera di Canton e al momento non corre nessun pericolo. Per ora, quindi, i tifosi della Nazionale possono stare tranquilli. Ma quando si tratterà di riportarla in Italia potrebbero sorgere problemi non indifferenti. Secondo quanto ha appreso il Giornale, la coppa sarebbe stata introdotta in Cina senza che siano state espletate le necessarie procedure doganali: il consigliere diplomatico del ministro del Commercio internazionale, Emma Bonino, l’avrebbe messa in una borsa e solo successivamente sarebbe stata consegnata a un funzionario dell’Ice. L’Istituto per il commercio estero, insieme con il team manager della Nazionale Gigi Riva, è responsabile della Coppa del Mondo nel corso del suo «soggiorno» cinese. Ma proprio la leggerezza commessa dallo staff tecnico del ministro Bonino rende problematico il rimpatrio del trofeo.
Senza documenti i rigidi funzionari cantonesi consentiranno alla Coppa vinta da Cannavaro & C. di tornare in Italia? Nemmeno la via diplomatica, al momento, sembra facilmente percorribile. La delegazione italiana si è trasferita interamente a Pechino per l’incontro in programma oggi con il presidente della Repubblica Popolare, Hu Jintao, e con il premier Wen Jiabao. L’ambasciatore italiano in Cina è ovviamente al seguito del premier Prodi e a Canton sono rimasti solo il console italiano e i funzionari Ice alle prese con una difficile gatta da pelare. Se la Coppa del Mondo non dovesse essere «sdoganata», non sarà comunque abbandonata al suo destino. L’Ice si sta attivando perché, nel caso peggiore, venga custodita nel caveau di una banca.


L’impasse probabilmente sarà sbloccata anche se nella delegazione del ministro Bonino si stanno vivendo momenti imbarazzanti. Le fatiche dei ventitré eroi di Germania rischiano di essere vanificate. Almeno per perderla si sarebbe potuto aspettare il Mondiale del Sud Africa 2010.

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