Coppie di fatto, Fini ancora una volta da solo
13 Settembre 2005 - 00:00Landolfi: «Il professore tenta di coprire il suo vuoto progettuale»
Adalberto Signore
da Roma
È allicona di José Luis Zapatero che fa appello la Casa delle libertà per dire «no» ai Pacs, i patti civili di solidarietà che Romano Prodi vuole inserire nel programma dellUnione. Così, in nome del primo ministro spagnolo e della sua discussa legge sui matrimoni tra omosessuali (che, va detto, sono cosa diversa dai Pacs), dal centrodestra è tutto un coro contro «il Professor Zapatero» o «lattempato dirigente zapaterista», perché «Roma non è Madrid» e lItalia non deve «imboccare la deriva zapateriana». E questa volta non cè discontinuità che tenga, perché dopo mesi di beghe e discussioni, Prodi riesce a mettere dalla stessa parte Forza Italia e lUdc, buona parte di An e la Lega. Resiste solo Gianfranco Fini che, come nei giorni del dibattito sulla fecondazione assistita, fa quasi il solista.
È Marco Follini, certamente tra i più interessati alla corsa al centro, a dare il là. Lapertura di Prodi, è ovvio, rischia di lasciare «scoperta» una buona fetta dellelettorato cattolico dellUnione e lUdc non può perdere unoccasione simile. «Ricordavo Prodi come un giovane manager dc - dice Follini - e lo ritrovo oggi come un attempato dirigente politico zapaterista. Lui guarda con favore alle coppie di fatto, noi guardiamo con favore ancora maggiore alla promozione della famiglia. Sono due idee diverse». E questo non vuol dire - preciserà in serata una nota dellUdc - discriminare le coppie di fatto, semplicemente «si tratta di indicare delle priorità».
Una posizione condivisa pure da Forza Italia, perché - spiega Sandro Bondi - le parole di Prodi sono «estremamente gravi». «Di fatto - aggiunge il coordinatore azzurro - rappresentano un allineamento alla politica in campo etico e sociale di Zapatero». E come Follini, anche Bondi sottolinea limportanza della famiglia, «un istituto» che il leader dellUnione «minaccia». Sulla stessa linea il vicecapogruppo alla Camera Isabella Bertolini («nellopposizione i moderati sono in estinzione»), il responsabile per i rapporti con il mondo cattolico Francesco Giro («riproporre la legge Zapatero in Italia è solo una miope operazione elettoralistica»), la portavoce Elisabetta Gardini («la sinistra non ha mai amato la famiglia») e il vicepresidente del Ppe e capogruppo azzurro a Strasburgo Antonio Tajani («le proposte di Prodi non sono condivise dal Ppe»).
E a fianco di Forza Italie e Udc si schiera lo stato maggiore di An. Secondo il ministro della Sanità Francesco Storace, «Prodi punta a sovvertire la famiglia», mentre per il titolare delle Comunicazioni Mario Landolfi si «abbandona a una deriva zapaterista» per «nascondere il suo vuoto progettuale». Parole condivise pure dal suo predecessore Maurizio Gasparri. È però Fini a prendere le distanze dal coro «antizapatero». Secondo il vicepremier e leader di An, infatti, è vero che «non si può equiparare il matrimonio di un uomo e una donna alle unioni di fatto», ma «è giusto rimuovere eventuali discriminazioni che negano i diritti individuali e personali dei cittadini che danno vita a unioni di fatto». Insomma, non una vera e propria apertura ai Pacs ma di certo una disponibilità ad affrontare la questione che fa tornare alla mente i «tre sì e un no» ai referendum sulla fecondazione.
Con Fini si schiera Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, che condivide «dalla prima allultima parola le considerazioni» del vicepremier. E pure il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa («purché per unioni di fatto si intendano quelle formate da persone di sesso diverso»). In tuttaltro modo la vede la Lega perché - dice la responsabile Giustizia Carolina Lussana - «i Pacs rappresentano lanticamera per il riconoscimento del matrimonio gay». Quello di Prodi, spiega il ministro delle Riforme Roberto Calderoli, è «un attacco alla famiglia e, soprattutto, alla natura, il primo passo verso la dissoluzione di una società fondata sui valori».
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