Non è che voglio il copyright o che rivendico i diritti dautore per il Giornale di Genova e della Liguria. Ci mancherebbe altro.
Ma devo dire che le aperture di Silvio Berlusconi a un allargamento del Pdl, come peraltro è nello spirito con cui è stato costituito il nuovo grande partito dei moderati italiani, mi hanno fatto estremamente piacere. E non avevo alcun dubbio, conoscendo il fiuto e il realismo politico del Cav. Così come, politicamente, mi fido della capacità di analisi di Claudio Scajola, la cui leadership indiscussa a livello regionale, ben supportata in primis da Michele Scandroglio e Roberto Cassinelli, ci risparmia le scene un po pietose a cui ci hanno abituato i responsabili del Pdl ad altre latitudini.
Mi hanno fatto piacere le idee di Berlusconi e mi ha fatto piacere leggere le aperture allUdc, alla Destra e ad altre forze che sono arrivate dal ministro Rotondi, dallex ministro di An Adriana Poli Bortone e soprattutto dal coordinatore nazionale azzurro Denis Verdini, che ha spiegato con molta chiarezza: «Credo sia necessario distinguere tra la fase in cui il Pdl è nato e quella di consolidamento che si è aperta dopo la larga vittoria elettorale. Nella prima è stato necessario operare scelte drastiche, rinunciando a compromessi dellultima ora con Udc e La Destra, ma adesso se qualcuno pensasse che il Pdl così comè possa restare il sole attorno a cui tutto eternamente ruota, farebbe un grave errore strategico. Se un partito non si rinnova, rischia di diventare una palude».
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