«Cori razzisti? Sospendete le partite»

Via dai tornei i club recidivi. Caso Zoro: dossier passa all’ufficio inchieste. Al lavoro la Digos

da Bruxelles

Stop alle partite in caso di episodi razzisti: il Parlamento europeo sceglie la linea dura contro l'intolleranza sui campi di calcio.
L'organismo lancerà una dichiarazione appoggiata dai principali gruppi politici in cui si chiede all'Uefa di dare agli arbitri europei il potere di fermare le gare in casi estremi e di escludere da alcuni tornei i club recidivi.
L'iniziativa era già in programma ma in Italia cade proprio sulla scia delle polemiche sul caso Zoro che ha superato i confini del campionato italiano di calcio. L'iniziativa, ad opera dell'eurodeputata socialista olandese Emine Bozkurt, giunge mentre la Federcalcio italiana ha annunciato per questa settimana un ritardo di cinque minuti nell'inizio delle partite in seguito al caso del giocatore ivoriano del Messina Marc Zoro, insultato domenica, durante la partita nella città siciliana, da un gruppetto che occupava il settore riservato ai tifosi dell'Inter.
«Era una cosa già prevista da tempo e i fatti dell'ultima settimana in Italia e in Olanda mostrano che è quanto mai urgente», spiegano dall'ufficio della parlamentare. Anche nel campionato olandese si sono verificati infatti episodi simili a quelli di Messina-Inter ma in quella occasione (Ado Den Haag-Psv Eindhoven) la partita era stata sospesa dall’arbitro Temmink.
Al lancio della Dichiarazione oggi nella sede dell'Europarlamento a Bruxelles, parteciperà anche il vicepresidente dell'Uefa Per Omdal e l'ex calciatore del campionato inglese Paul Elliott. Il testo richiede anche di escludere da alcune competizioni le società coinvolte ripetutamente in episodi di razzismo, la recidiva dunque diventa un dato decisivo.
Intanto il giudice sportivo non ha preso decisioni in relazione al caso di Marc Zoro, che domenica ha minacciato di abbandonare il campo durante Messina-Inter per gli insulti razzisti partiti dal settore occupato dai tifosi nerazzurri.
«Il comportamento razzista» dei tifosi, scrive il giudice, «non è stato percepito dall'arbitro, dal quarto ufficiale, dagli assistenti e neppure dai collaboratori dell'Ufficio indagini presenti alla gara, che hanno registrato, invece, un coro di tenore irriguardoso, ma senza contenuti di discriminazione razziale, nei confronti del calciatore Zoro, dopo che il medesimo aveva ripreso la partecipazione alla gara».
Il giudice sportivo evidenzia che «mancano risultanze probatorie al riguardo negli atti ufficiali». Così gli atti sono stati inviati all’Ufficio indagini della Figc, che aveva aperto un’inchiesta sull’accaduto.

In contemporanea la Digos di Messina sta studiando alcuni filmati con i tifosi dell’Inter durante la partita per identificare i colpevoli. Ma le apparecchiature tecniche sono in pessime condizioni, non sono state adeguate in base al decreto Pisanu. E l’operazione-verità pare tutt’altro che facile.

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