«Ha vinto la coerenza. La voglia di fare sistema. Al di là dei colori politici, degli interessi di parte: un buon esempio di collaborazione istituzionale, da esportare a livello nazionale, che dimostra come si possono conciliare industria, ambiente e lavoro». Lo dice con enfasi il ministro alle Attività produttive, Claudio Scajola, prima di firmare l'intesa siglata con le istituzioni locali, con il gruppo Riva e con i sindacati. Firma che sancisce la fine del ciclo a caldo nelle Acciaierie Ilva di Cornigliano e di un periodo di incertezze durato circa dieci anni. Una battuta, però, il ministro la riserva anche all'ex governatore della Regione Liguria, Sandro Biasotti, strenuo oppositore dell'accordo: «Lui ci ha lavorato sopra per tanti anni. Non siamo riusciti a raggiungere un accordo allora, ma solo qualche mese dopo, grazie ad un po' più di realismo. Ma il grande merito è di Biasotti».
Sta di fatto che quella di ieri è stata una giornata storica per Genova che in poche ore si è resa protagonista anche di altri due eventi, presieduti da Scajola: l'inaugurazione del 45esima edizione Salone Nautico e la dedica di una piazza, antistante il Museo del Mare di Genova, al senatore a vita Paolo Emilio Taviani, mancato alcuni anni fa e ricordato come uno dei maggiori studiosi di Cristoforo Colombo. Ma quello di Cornigliano è di sicuro l'evento centrale, in particolare per la difficoltà con la quale si è arrivati a sottoscrivere un accordo di programma, siglato nel luglio scorso a Palazzo Chigi, che mette nero su bianco la chiusura definitiva dell'altoforno e l'impegno del gruppo Riva, con un investimento di 770 milioni di euro, a potenziare le lavorazioni a freddo sulle stesse aree senza tagliare l'occupazione.
Inoltre, l'accordo prevede la restituzione di aree per 300 mila metri quadrati alla città e per un distripark all'Autorità portuale. E alla riprogettazione di questi spazi ritrovati, il Comune ha dedicato un concorso di idee, vinto da Marco Casamonti, fondatore dello studio Archea e docente presso la facoltà di Architettura di Genova, che ha firmato un progetto che prevede più spazi verdi, un'area per il canottaggio lungo il torrente Polcevera, un nuovo volto per via Cornigliano senza traffico. L'intesa però, oltre lo smantellamento dell'altoforno, prevede l'ampliamento delle lavorazioni a freddo di acciaio zincato, destinato al settore auto, e stagnato, attraverso un piano industriale che durerà cinque anni e un investimento previsto da parte di Riva di 770 milioni di euro. Previste anche nuove prospettive occupazionali per 2.700 operai e la restituzione di 300 mila metri quadrati alla città di cui 144 mila destinati al distripark e la restante parte ad un parco urbano e ad una nuova strada di collegamento con il centro. La bonifica potrà contare su un finanziamento di 15 milioni di euro messi a disposizione del governo.
«Il futuro dell'Italia - ha sottolineato Scajola - è nel turismo, nell'agroalimentare e nell'industria. L'Italia non può fare a meno di un'industria forte e un'industria non è competitiva se non fa ricerca. Dobbiamo conciliare l'industria con l'ambiente e con il necessario investimento sulla ricerca e sulla tecnologia». «L'investimento che Riva fa qui - ha proseguito il ministro - è un investimento sulla tecnologia: Genova non avrà l'altoforno, non avrà la cokeria ma continuerà a produrre acciaio. È importante per Genova e per l'Italia. Lo stato fa la sua parte mettendo in questo accordo 200 milioni di euro». Tutti, dai vertici del gruppo Riva, al presidente della Regione Claudio Burlando, al presidente della provincia Alessandro Repetto, al sindaco di Genova Giuseppe Pericu, al presidente dell'Autorità portuale Giovanni Novi, ai rappresentanti sindacali hanno insistito sulla grande collaborazione, fra le parti, che ha permesso di giungere a questo risultato. «Le istituzioni - ha affermato Claudio Riva, consigliere delegato dell'azienda (alla cerimonia della firma era presente anche il padre Emilio, presidente del gruppo) - con questo accordo sono riuscite a convincere un imprenditore ad investire su Genova più di 700 milioni di euro. Vi garantisco che non è cosa da poco perché questo tipo di imprenditori, in giro per il mondo, vengono trattati molto bene».
Circa l'accordo, Claudio Burlando ha dichiarato: «Siamo riusciti a trovare un equilibrio. Il quartiere vede terminare l'attività dell'altoforno. Al tempo stesso, gli operai sanno che dopo il periodo di cassa integrazione potranno restare qui per la vita. È un successo conseguito con la collaborazione di tutti gli enti e con il governo». Soddisfazione viene espressa anche dal sindaco Giuseppe Pericu: «Abbiamo risolto una vicenda difficile, soprattutto perché chiedevamo ad un'azienda sana di limitare la propria attitvità per intervenire sull'impatto ambientale. Abbiamo raggiunto l'obiettivo grazie alla collaborazione dell'azienda, che ora ha la possibilità di svilupparsi a Genova e di resistere nel tempo».
Non solo Cornigliano. Perché il ministro Scajola, in visita a Palazzo San Giorgio, sede dell'Authority, ha parlato anche di porto. In particolare del futuro segretario generale: «Deve essere una persona competente e capace».
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