Come vent’anni fa, peggio di vent’anni fa. Altro che Mani Pulite. L’allarme arriva dal presidente della Corte dei conti della Lombardia Claudio Galtieri, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario. «Mani Pulite? Credo che non sia cambiato nulla. Anzi, la situazione è peggiorata» perché sono più «raffinati i meccanismi» che oggi stanno alla base del reato. «Molto - spiega ancora Galtieri - viene ad esempio mascherato dalle consulenze, dove è difficile capire cosa è nascosto». Mentre «è diffuso convincimento che le possibilità di essere colpiti siano basse». E fatta una stima, basata sulle sentenza pronunciate nell’ultimo anno dai giudici di via Marina, i reati di corruzione, concussione e abuso d’ufficio nella regione «valgono» 11,3 milioni di euro.
Basso il livello di moralità negli enti pubblici, norme non abbastanza efficaci. Insiste Galteri: «Mancano misure legislative e misure interne. C’è poca consapevolezza e poca attenzione all’interno di ciascuna amministrazione su quello che può avvenire. Un abbassamento dell’attenzione corrisponde a un abbassamento della moralità». Così «la corruzione fra privati (reato che il governo vorrebbe introdurre nel codice penale, ndr) può essere una palestra per arrivare alla corruzione in ambito pubblico e va ugualmente perseguita con strumenti efficaci come avviene all’estero. Alcuni fenomeni non sono propri del funzionario pubblico ma diffusi in tutti gli ambiti». Anche il procuratore Antonio Caruso si unisce alle preoccupazioni espresse da Galtieri. «La corruzione - denuncia - è un fenomeno tutt’ora vivo e presente nella realtà delle amministrazioni pubbliche italiane», un pericolo che si annida «nel profondo del tessuto pubblicistico e costituisce un’intollerabile distorsione del sistema». A peggiorare è anche l’indice di percezione della corruzione. E questo «si traduce in un indebito altissimo costo a carico dell’erario». Gli esempi, negli ultimi mesi, non sono mancati. Solo in Regione, un ex vicepresidente del consiglio (Franco Nicoli Cristiani) è finito in carcere, un altro (Filippo Penati) è indagato a piede libero, mentre gli arresti sono toccati a Massimo Ponzoni e prima ancora a Pier Gianni Prosperini. Anche per questo, il governatore Roberto Formigoni prova a tranquillizzare. «Tutte le misure messe in atto dalla regione Lombardia - dice - testimoniano la ferma volontà di continuare con determinazione e responsabilità la lotta a ogni forma di illegalità».
Ma il denaro pubblico risveglia anche gli appetiti della criminalità organizzata. Nella relazione della Corte, infatti, si fa riferimento alle inchieste sulle infiltrazione delle mafie - ’ndrangheta, su tutte - in Lombardia. «L’estrema gravità delle risultanze delle indagini, soprattutto in relazione alle potenzialità espansive del fenomeno anche in prospettiva dell’evento Expo 2015, hanno reso necessaria una attenzione particolare». L’esposizione universale fa gola alla malavita.
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