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La Corte dei conti accusa: «Costa 300 euro a testa l’esercito dei dipendenti»

RomaI venti anti casta non sono arrivati in Sicilia. O, perlomeno, non ce n’è traccia nei bilanci della Regione, tanto che è toccato al procuratore generale della corte d’appello della Corte dei conti Giovanni Coppola fare il punto in termini espliciti. «Siamo di fronte ad una elefantiaca macchina regionale». Il riferimento è alla spesa per i dipendenti regionali. Tanti e costosissimi. «Se fosse in vigore il federalismo fiscale ciascun cittadino siciliano pagherebbe per la macchina regionale 294 euro a testa».
Aveva destato scalpore in passato l’alto numero di dirigenti siciliani e la situazione non è molto cambiata. «Per quanto riguarda il personale - ha detto Coppola - con la legge 19 del 2008 sembrava che l’amministrazione si incamminasse su un percorso di riduzione di dirigenti e personale senonché lo scorso anno con l’approvazione della Finanziaria si è compensato il basso rapporto che c’era tra dirigenti e personale, un dirigente ogni 5,6 dipendenti. La Regione ha pensato bene per questo di aumentare i dipendenti invece di diminuire i dirigenti, approvando una dotazione organica di 15.600 unità di personale non dirigenziale». Qualche sforzo nella sanità, i cui costi sono diminuiti dell’1,32 per cento. Un’inversione di tendenza, su una situazione drammatica. Il costo della sanità siciliana è di un milione di euro all’ora, ha quantificato il giudice contabile. Cifra che serve soprattutto a retribuire il personale sanitario isolano, pari a 52.

184 dipendenti, e pagare un sistema in convenzione tutto particolare. In Sicilia, ad esempio, c’è una Tac ogni 56mila abitanti, più che in Emilia Romagna o in Toscana. Solo che nelle regioni del centro nord i tempi di attesa sono circa 28 giorni e in Sicilia settanta.

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