Politica

«Così hanno oltraggiato anche i morti»

Maroni: «È un’abitudine dura a morire della sinistra di esprimere odio»

Marianna Bartoccelli

da Roma

L’unico che sceglie il no comment è il fischiato di turno. È toccato a Giulio Tremonti subire i fischi con i quali ogni anno i bolognesi salutano i rappresentanti del governo in occasione dell’anniversario della strage. Fischi ovviamente condannati da tutta la destra. Da Cicchitto a Casini, da Buttiglione a Lunardi. «Ancora una volta il macabro rituale dei fischi offende Bologna e i suoi cittadini e rende il 2 agosto un giorno ancora più nero e triste» è stato il commento del presidente della Camera. E così Fabrizio Cicchitto definisce «una prassi incivile la consuetudine che il governo, quale che sia il suo colore politico, venga fischiato dalla piazza di Bologna il 2 agosto». Di «profonda inciviltà» parla anche l’ex-ministro Lunardi, a cui lo scorso anno era toccato la stessa sorte: «Di fronte a tali episodi provo profonda delusione», commenta. Oltre la solidarieta a Tremonti, il ministro Maroni condanna «l’abitudine dura a morire della sinistra di esprimere odio, persino in un momento solenne come la commemorazione della strage di Bologna». Per Iole Santelli, sottosegretario alla Giustizia, si tratta di un oltraggio non solo al Parlamento e al governo ma «alle vittime. strumentalizzate in funzione antigovernativa. A certi livelli di bassezza - aggiunge - non si potrebbe e dovrebbe arrivare mai». Anche per il ministro Giovanardi i fischi a Tremonti sono un’offesa «strumentale e vergognosa» alle vittime della strage: «Tutto viene ridotto alla spicciola polemica politica». Attacca «una parte della sinistra che fa solo la politica dell’odio e non si preoccupa di cercare la verità», il ministro alla Cultura Rocco Buttiglione che lancia un invito alla sinistra «sana per isolare questi personaggi e manifestare piena solidarietà a coloro che con grande dignità rappresentano lo Stato». Gianni De Michelis dalla Versiliana esprime apprezzamento per il fatto che Tremonti sia andato a Bologna: «Era giusto che ci fosse e che il governo fosse rappresentato a livello massimo possibile». E sui fischi: «Giulio sapeva che avrebbe trovato quell’accoglienza non favorevole, però credo che la gente sia ormai avvertita della differenza che passa tra proteste legittime e strumentali». Invita il sindaco di Bologna e il leader dell’Unione a prendere nettamente le distanze da quanto è accaduto, Francesco Giro di Fi per il quale «le contestazioni dimostrano che i germi della violenza politica sono vivi». Durissimo il giudizio del vicepresidente dei deputati di Fi, Isabella Bertolini: «Oggi a Bologna si è consumato uno spettacolo vergognoso che nulla a che vedere con la democrazia e lo Stato di diritto».


A margine dei fischi aspra polemica del presidente emerito Francesco Cossiga contro Romano Prodi che ha accusato i governi prima del suo di aver posto il segreto di Stato sulla strage di Bologna: «Dopo aver sentito che egli ritiene, insieme a professionisti del dolore, che i governi precedenti al suo abbiano posto il segreto di Stato a notizie relative alla strage di Bologna, ricordandogli che questo segreto da me non fu mai opposto, e che se apposto fosse stato, egli che per disgrazia del paese è stato presidente del Consiglio avrebbe potuto toglierlo, debbo qualificarlo come un perfetto cialtrone».

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