«Così i sindacati sabotano il Carlo Felice»

«Così i sindacati sabotano il Carlo Felice»

(...) Recitava così lo slogan di presentazione del concerto «Dal Teatro alla Piazza», inserito negli eventi dell'hotel di Palazzo Fieschi.
«E invece si è presto trasformato nella farsa “del palco inagibile” - attacca subito Simonetta Caprile, comproprietaria dell'hotel -. Aspetto da un mese e mezzo delle scuse in merito all'accaduto».
«Non ospiterò mai più eventi nei quali sia coinvolto il Carlo Felice, né proporrò ai miei ospiti il programma, tanto quando lo proponi, non si sa se si svolgerà o se sarà bloccato da qualche agitazione - continua la signora Caprile -. Sono arrabbiata, offesa e indignata e non lesino critiche all'organizzazione del teatro, perché a mio avviso ha voluto sabotare la serata del 27 giugno». Non adopera insomma mezzi termini la proprietaria di Palazzo Fieschi, che fu residenza dei Signori di Savignone.
«Sono dodici anni che facciamo cultura nel parco e nei nostri saloni, ma una cosa del genere non era mai accaduta. Scrivetelo pure - chiede la proprietaria - mi assumo la responsabilità di quanto detto, perché è arrivato il momento che certe cose si sappiano». La storia è presto detta, racconta la signora Caprile: «Inizio con il dire che il concerto sarebbe stato bellissimo; alle 20.45 tutte le 500 sedie erano occupate, e continuava ad arrivare gente. Premetto che un mese prima era venuta una delegazione del Carlo Felice che aveva deciso: come e in che modo montare il palco». È il palco dunque l'oggetto del contendere della storia.
«Il nostro parco - continua Caprile - ha la peculiarità di ospitare alcuni tigli secolari che mal si addicevano però con le dimensioni, veramente enormi del palco che doveva ospitare ben 160 persone, tra orchestrali e coro. Dopo un attento esame e un'accurata misurazione, la delegazione del teatro aveva individuato “un'unica area possibile” dove poter posizionare il palco, che tenesse nella giusta considerazione: la pendenza del terreno; la grandezza del palco e la necessità che non si sovrapponessero alberi soprattutto tra il direttore e il pubblico. Insomma, tutto era stato deciso e calcolato nei minimi dettagli, compreso l'accordo, basilare e imprescindibile, che sarebbero state fornite dal teatro stesso le autorizzazioni e certificazioni di messa in sicurezza del palco stesso».
Tutto bene, fin qui: «E invece no - aggiunge ancora la proprietaria -. Arriva il grande giorno e noi alle 7 del mattino ci ritroviamo il tir che scarica tutto il materiale per montare il mega palco. Alle 8.30 i tecnici, dipendenti del teatro, sottolineo l'importanza di questo dettaglio, si mettono a montare il palco. Avendo dei clienti da servire, riesco a uscire nel parco solo verso le 9.30. Quando esco trovo davanti a me un palco appena abbozzato, ma, posizionato in modo completamente diverso da quello deciso nel sopralluogo. Poco era stato ancora montato, ma la cosa che saltava agli occhi, anche a una profana come me, era che tra il direttore d'orchestra, che mi risulta essere posizionato al centro, e il pubblico si sarebbe stagliato uno dei grossi tigli. Inoltre la pendenza del palco risultava superiore rispetto alla pendenza del progetto iniziale».
«Ho cercato subito chi mi sembrava essere il capo - precisa nuovamente Caprile - e gli ho comunicato che, come stavano allestendo il palco, era l'esatto contrario di quanto progettato sia per la pendenza che per la presenza dell'albero. Mi è stato risposto che loro sapevano come fare e che la posizione era stata indicata da un “superiore” - non certo da una delle persone presenti al sopralluogo, arrivate peraltro solo a tarda serata. A mezzogiorno ho parlato di nuovo con i tecnici, ottenendo la stessa risposta. Alle 15 ho espresso le mie perplessità al secondo turno di tecnici che dovevano preoccuparsi degli impianti elettrici e di posizionare gli strumenti, ottenendo sempre le stesse risposte, tra il serio e il faceto, con risolini accentuati».
Ma la rabbia della proprietaria sale ancora quando denuncia: «Quale momento migliore per inscenare la trappola?.

Dal cellulare di qualche dipendente, esce il numero della caserma dei Vigili del Fuoco di Busalla e... il gioco è fatto. Il palco è dichiarato inagibile, lo spettacolo salta e la gente torna casa. Però lasciatemi denunciare la mia verità, “urlata” a gran voce anche tra gli eventi del nostro sito www.palazzofieschi.it»

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