Nato e cresciuto in via Padova. Luca gioca per strada, i marciapiedi poco frequentati si trasformano in campi da calcio i pomeriggi dopo la scuola. Chi cresce così raffina il fiuto, capisce presto da chi star lontano (e forse anche chi desidera diventare). Come altre periferie milanesi a metà degli anni '70 il quartiere era quasi un paese a sé. Una famiglia non ricca, la sua. E una zona che diventa presto quella da non frequentare, ricettacolo di balordi.
Luca Vajani oggi ha 47 anni, gestisce una software house, la Aries Tech, che nel 2022, dopo 10 anni di attività, ha fatturato un milione di euro. L'azienda fa parte dell'ampia holding Viapadova sorta a un passo da via Padova che comprende oggi 3 sturt up fra Londra, New York e Milano e due progetti turistici, un B&B innovativo in Valsesia dove si potrà pagare in Bitcoin, e un agriturismo ricavato da un'antica masseria in Salento.
Ma ancora non lo si definisce del tutto, l'imprenditore di via Padova. Non prima di sapere che in tasca non ha alcuna laurea ma possiede, oltre che un diploma di liceo artistico, un rodato metodo di studio. «Non smetto mai di approfondire e cerco di documentarmi ogni giorno». Le superiori a Brera e poi una classe sperimentale di web design che ufficializzerà la sua passione per la tecnologia. I primi lavori in azienda, anche a Mediaset e due pietre miliari per la carriera: l'app creata per la polizia municipale, in grado di geolocalizzare gli agenti di quartiere e favorire la gestione delle emergenze e una piattaforma di gioco di ruolo online diventata in poco tempo una community di 10mila iscritti. La svolta arriva però nel 2014 quando Luca decide di mettersi in proprio creando la software house Aries Tech con sede a Seregno. Con quali finalità? «Servizi innovativi per migliorare la vita delle persone. La tecnologia viaggia a gran velocità, pare inarrestabile, ed è fonte di continue scoperte». Fra Intelligenza Artificiali, Blockchain, metaverso la Aries precorre i tempi e conquista clienti come Ferrarelle, Mediolanum, Moncler, Bayer. Arriva il momento di investire negli Stati Uniti, qui Luca getta i semi della prima sturt-up di salute per la BEqualise e, con il supporto dell'associazione Veda che, da 35 anni si occupa di disturbi vestibolari, realizza un'app che nel 2024 approderà in Italia. «I disturbi dell'equilibrio (vertigini, labirintite, acufeni) sono invalidanti perché si ripercuotono sulla vita sociale e toccano la sfera emotiva ha spiegato Vajani - Il lavoro ha richiesto ascolto, abbiamo messo a punto uno strumento che rende i pazienti autonomi nel gestire i sintomi». L'applicazione a sua volta dialoga con professionisti e pazienti del mondo che condividono lo stesso disturbo: neurologi, otorinolaringoiatri e nutrizionisti sono a portata di «tap». In cantiere, nell'hub di Seregno c'è un altro progetto di salute: il video gioco studiato per bambini autistici che li aiuta a uscire dall'isolamento. Uno strumento che permette di sviluppare capacità giocando e che potenzialmente si potrebbe applicare a tutti i giochi, quel che si suol dire «un'idea geniale». «L'intuizione è arrivata chiacchierando. Un caro amico che ha un figlio autistico mi aveva chiesto se vi fossero strumenti tecnologici adatti alla sindrome del suo bambino, ed eccoci qui ha rivelato il Ceo di Aries Tech.
- Il progetto è ancora agli inizi, gli ingegneri ci stanno lavorando ma occorre avere l'apporto degli specialisti che si occupano di autismo e poi servono validazione e sperimentazione». Vajani è convinto della finalità terapeutica di certi software, «ad esempio per aiutare i depressi a guarire e ritrovare un proprio equilibrio». Un ottimo «senso del lavoro» per chi, peraltro, lavora giocando.
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