Negano la via a Oriana perché la temono

La decisione del Consiglio comunale di Livorno di negare una via a Oriana Fallaci è un atto ideologico tipico del politicamente corretto imperante

Negano la via a Oriana perché la temono
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Gentile Direttore Feltri, era già successo nel 2022 ed ecco che accade ancora: il Consiglio comunale di Livorno ha bocciato la proposta di dedicare una via a Oriana Fallaci. Il motivo? L’assenza di legami tra la scrittrice e la città. Una scusa, è chiaro. La sinistra inoltre ha criticato alcune prese di posizione della scrittrice toscana verso il mondo islamico, facendo intendere che il vero motivo del rifiuto sia questo. So che lei ha conosciuto Oriana. Cosa pensa di questo fatto?

Fabio Costa

Caro Fabio,
la decisione del Consiglio comunale di Livorno di negare una via a Oriana Fallaci è un atto ideologico tipico del politicamente corretto imperante, l’ennesima dimostrazione che in Italia si perdona tutto meno che la libertà di pensiero, che diviene una colpa e un reato da punire.

Fallaci non è mai stata tenera con l’islam radicale, lo ha denunciato con la lucidità di chi aveva visto il fanatismo all’opera, e per questo la sinistra non gliel’ha mai perdonato.

Da morta, come da viva, le si riserva lo stesso trattamento: censura, disprezzo, rimozione, ghettizzazione, discriminazione, criminalizzazione, esclusione. Ma il punto è proprio questo: Oriana era libera, vera, coraggiosa. E queste sono le qualità che la sinistra non sopporta, perché è allergica alla verità, se questa non coincide con la sua narrazione.

Ci si ostina a imporre un filtro ideologico su tutto, persino sulle intitolazioni cittadine, ignorando il valore intrinseco delle figure importanti della nostra storia. Fallaci non era solo una giornalista coraggiosa, ma era altresì una voce che l’Italia esportava nel mondo, un’italiana di cui andare fieri, un’autrice dalle parole potenti e profonde. Lettera a un bambino mai nato, una delle sue innumerevoli opere, non è soltanto un libro, è stato tradotto in decine di lingue, un successo editoriale planetario, che ha scosso le coscienze e ha cambiato il punto di vista rispetto all’aborto, spostando il focus sulla donna e sul suo dolore. Dimenticare il contributo intellettuale di Oriana è ipocrisia allo stato puro. E questo mi addolora, poiché ella è stata e resta la mia più grande amica.

Questa censura sottende la rimozione di una memoria che dà fastidio. Il nipote Edoardo Perazzi giustamente ha espresso rammarico: errore gravissimo non giustificato dai “legami mancanti” con la città di Livorno, questa è la scusa addotta, certo, dici bene. Fallaci ha difeso la nostra cultura, le nostre radici, con lucidità e spirito critico. La sua libertà d’argomentare, vincente, era stata già sgradita in patria, portandola all’estero, non per piacere, ma poiché osteggiata in casa sua, in Italia.

La sua voce libera continua a far tremare quella sinistra che, oggi, si oppone alla intitolazione.

Eppure, molto più grave è che nelle nostre città permangano vie e piazze a nomi come Stalin, Lenin, Tito, e persino intere vie “Unione Sovietica” o “Rivoluzione d’Ottobre”. Che legami avevano questi personaggi con i luoghi in cui a certe vie è stato attribuito il loro nome. Siamo di fronte a un paradosso: celebriamo figure che hanno legittimato regimi totalitari, ma cancelliamo quella che fu davvero una voce di scuola, cultura e libertà. Sappiamo che via Stalin a Castelfidardo è reale, che piazza Lenin a Cavriago resiste ancor oggi. Ci chiediamo: se possiamo avere vie dedicate a persecutori dei diritti umani, perché non possiamo avere una via dedicata a Oriana Fallaci? Perché proteggere i simboli del comunismo e non quelli della libertà? Cancellare Oriana Fallaci dalla toponomastica locale è un’enorme ingratitudine, una mortificazione verso chi per tutta quanta la vita si è battuta in difesa delle libertà. La Fallaci era libera, autentica, coraggiosa, intellettualmente onesta, caratteristiche che oggi infastidiscono chi vuole imporre il pensiero unico. E, se solo l’avessimo ascoltata, forse non saremmo oggi sommersi dai problemi legati all’immigrazione di massa, tra cui il terrorismo islamico.

Intitolare una via a Oriana Fallaci non è un atto di parte, ma un gesto di riconoscimento verso chi ha saputo portarci in alto nel mondo. Dovremmo esserne orgogliosi. Non possiamo discriminare una donna, una brillante scrittrice, una giornalista acuta e sensibile come lei solamente perché “scomoda”.

Rimango sconvolto nel constatare che Oriana fa

ancora paura. Tuttora. Nonostante sia trapassata da lustri. E chi ha paura di Oriana Fallaci? Chi ancora oggi la odia in quanto non tollera che una donna, sola, abbia avuto il coraggio di dire ciò che nessuno osava dire.

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