Così la sinistra ha occupato il Centro

Così la sinistra ha occupato il Centro

(...) Un territorio importantissimo per i quartieri che tocca: da Pré a Portoria, dal Quadrilatero a via Venti e via Roma, dai vicoli al Molo, dalla Maddalena al Lagaccio, dalla Darsena a Oregina, da Castelletto a Carignano, i confini sono sterminati e vitali per la città.
Un territorio importantissimo, per il numero di abitanti: 90mila, più di tutti gli altri Municipi. Che è uno dei motivi per cui ci sta particolarmente a cuore e ce ne occupiamo spessissimo.
Un territorio importantissimo anche perché è socialmente e politicamente di frontiera: tre elezioni comunali fa vinse il centrodestra, la penultima volta toccò al centrosinistra, ora ha rivinto il centrodestra. Anche se poi, per una serie di vicissitudini e ribaltoni, ora governa il centrosinistra.
Non sto qui, per l’ennesima volta a fare la storia degli errori che hanno portato prima alla sfiducia al presidente biasottiano Aldo Siri, nel frattempo eletto consigliere regionale, né alle vicissitudini che hanno impedito al suo successore Enrico Cimaschi, arancione di Liguria Moderata, di riuscire a formare una giunta. Abbiamo visto di tutto: assessori di una giunta di centrodestra che sfiduciavano quella stessa giunta di cui erano esponenti e assessori in pectore che affondavano un governino di cui sarebbero stati autorevoli esponenti. E poi gente che passava da uno schieramento all’altro, per poi tornarci il giorno dopo. E poi turn over di consiglieri, addirittura con le sedute riservate alle surroghe che diventavano sfide all’ok corral.
Insomma, in pochi mesi, il consiglio di Municipio del Centro Est è diventato uno dei luoghi di maggior peso dello spettacolo cittadino, con i consiglieri che non si sono risparmiati nulla, nemmeno furibondi e clamorosi litigi, seguiti ad altrettanto clamorose riappacificazioni. Soprattutto, è stato spettacolare vedere come consiglieri che costituivano coppie di fatto (etero o no fa poca differenza) fino a poche ore prima, fossero poi disgregati da litigi pesantissimi il giorno successivo.
Per gli amanti del genere, è stato certamente tutto molto divertente. Per gli amanti della buona amministrazione, magari meno. Anche perché il risultato è stato un governo di centrosinistra che - per il voltafaccia degli esponenti dell’Udc - viola la volontà degli elettori che avevano scelto un’altra maggioranza. Ma, soprattutto, il problema è quello di sempre quando c’è di mezzo il Pd e la sinistra in generale: appena arrivati nella stanza dei bottoni, il rischio è quello che si portino a casa anche i bottoni. Che, tradotto dalla metafora, significa la classica corsa ad aiutare gli amici (non tutti necessariamente non meritevoli di aiuto) ed occupare tutti gli spazi occupabili.
Insomma, nel 2007 gli elettori di Carignano, Castelletto, Lagaccio, Oregina e del centro storico avevano scelto di mandare a casa la sinistra. E ora si trovano la sinistra in casa. Soprattutto, si trovano una sinistra che, come spesso accade, fa scelte che fanno rimpiangere i predecessori. Una sinistra a cui tutto è stato regalato dalla scelta di alcuni nel centrodestra - in particolare una parte, non tutta, della Lega che non ha seguito la linea più dialogante che sembrava portare avanti il capogruppo in regione Edoardo Rixi e anche una parte del Pdl celodurista - che, nella fregola di avere tutto e subito, ora stringono un pugno di mosche. L’antica saggezza popolare aveva coniato il detto «Chi troppo vuole, nulla stringe» e, mai come in questa occasione, mi sembra che la saggezza sia saggia. Il capogruppo pidiellino in Municipio Luciano Gandini, colui che più di tutti conosceva la situazione nel suo partito, l’aveva detto con molta chiarezza: facciamo un governo di tutti - vogliamo chiamarlo di larghe intese? vogliamo chiamarlo governissimo? vogliamo chiamarlo «Luciano»? - per amministrare il centro del centro di Genova per un anno e mezzo, per riparare le buche nell’asfalto, per gestire le manifestazioni, per far sì che il verde sia degno di questo nome, per pensare a quel poco di sociale a cui si può pensare. Insomma, non per instaurare il Societ di Castelletto.
E poi, una volta arrivati alle elezioni comunali e municipali del 2012, amici (anzi nemici, anzi avversari, come prima). Invece, la tentazione massimalista che spesso fa enormi danni anche al centrodestra, il voler essere duri e puri non si sa in nome di quale logica, il non voler dare uno o due strapuntini al centrosinistra, ha fatto sì che il centrosinistra - da solo - si sia preso tutto. Con i suoi metodi; con lo statuto usato in modo un po’ prêt à porter, come denunciato dal capogruppo di An Vincenzo Falcone, un vero e proprio uomo chiamato cavillo, bravissimo ad incunearsi nelle pieghe dei regolamenti; con la tendenza classica a occupare tutto.


Ecco, chi ha detto di no alle larghe intese nel centro storico, a Carignano, a Castelletto, a Oregina e Lagaccio ha regalato i quartieri alla sinistra.
Ora, occorrerà lottare per riconquistarli. E qualsiasi speranza per un candidato sindaco non di sinistra di vincere a Genova parte proprio dalla vittoria nel Centro Est. Basta saperlo.

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