Premessa: gentile ministro, non intendo difendere la casta o la cricca, secondo definizione di moda. I calciatori hanno già una folla di difensori,nelle curve,nei parterre e nelle tribune cosiddette d’onore, spesso occupate da voi signori, dunque mi astengo dall’impresa di schierarmi a favore di chi già gode di sontuosi privilegi. Vado al sodo: perché, ogni volta che si annusa il profumo di un grande evento, ma in particolare, un torneo di calcio, il mondiale ad esempio, i politici e politicanti scendono in campo a scuotere le masse? Perché un ministro della repubblica, di questa repubblica, con metà di mille priorità, case, scuole, ospedali, strade, tasse, prende la palla al balzo, nel senso vero, e sfrutta il calcio a fini di propaganda? I calciatori non sono lavoratori come intendiamo comunemente, anche se spesso la loro tribù, dirigenti, allenatori, gli stessi calciatori, usano il sostantivo “lavoro” al posto di allenamento anche se non risulta esistano,per il momento almeno, “ campi di lavoro”semmai di preparazione e di allenamento.
I calciatori pagano le tasse, ricevono, non tutti, salari clamorosi, altri non beccano un quattrino da mesi pur continuando ad offrire la prestazione al primo fischio di un arbitro. Ora, dice Lei, dovrebbero tagliarsi gli stipendi. Capirei se i denari provenissero da enti pubblici ma gli imprenditori privati possono scegliere a proprio piacimento di versare un euro o dieci milioni di euro ai loro dipendenti, specie a quelli che poi garantiscono ritorni di immagine, garanzie di fideiussioni bancarie, contratti con gli sponsor, insomma che permettono la circolazione della moneta, cosa che dovrebbe essere gradita a una mente liberale.
Eventualmente qualcosa si potrebbe e si dovrebbe rimproverare ai presidenti o amministratori dei club calcistici, quelli che chiedono agevolazioni fiscali, quelli che le ottengono, quelli che aumentano i prezzi dei biglietti, tanto il tifoso (definito cliente o quota mercato!), come Totò diceva, paga; comunque tutti personaggi e interpreti seduti, spesso e volentieri, al vostro tavolo. Ma prima di strillare sui tagli degli ingaggi e sui sacrifici del mondo calcio, perché ministro, non incominciamo a dare una sforbiciata alla voce “ Provincia”? E a quella “Comunità montana”? Che fine hanno fatto gli “enti dannosi”? I bacini imbriferi sono vuoti di pioggia? E i difensori civici si sono nascosti nel canneto? Finito il danno è rimasta la beffa. Forse perché qui abita un altro porcellum ? Forse perché questi sono enti o istituti che vanno difesi fino all’ultimo voto elettorale e cadrega di partito? Forse perché una cosa è la propaganda politica e un’altra è la politica dei fatti? Gentile ministro della Semplificazione Normativa, provo a suggerirLe un’idea, questa davvero rivoluzionaria: proponga l’immediata abolizione di tutte le tessere d’ordine, non solo omaggio, che permettono l’accesso agli stadi,con parcheggio gratuito dell’autovettura e posto a sedere garantito nelle suddette tribune d’onore o autorità. Sono una delle tante piccole vergogne del nostro Paese, rappresentano un costo, evitano il versamento fiscale, sono il documento di riconoscimento di una casta che finge di partecipare all’evento ma desidera soltanto farsi riconoscere.
Tuttavia prevedo la ribellione dei privilegiati, dei loro autisti e portaborse, tutti altrimenti costretti a mettersi in coda alla cassa e mano al portafoglio.
Nell’attesa si ricordi di quello che aveva Lei stesso dichiarato nell’estate del 2006: «Quella di Berlino è una vittoria della nostra identità, dove una squadra che ha schierato lombardi, campani, veneti o calabresi ha vinto contro una squadra che ha perso, immolando per il risultato la propria identità, schierando negri, islamici e comunisti». Anche allora sarebbe stato meglio darci un taglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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