da Roma
«Il teatro non morirà mai. Finché ci sarà qualcuno che vuol raccontare una storia, e qualcun altro che vuole ascoltarlo, ci sarà il teatro». Forte dei dati Siae che confermano una clamorosa contro-tendenza (900mila spettatori in più, nell'ultima stagione) e attorniato da venti esercenti di altrettanti teatri privati d'Italia, Maurizio Costanzo sembra soddisfatto. Ha appena ufficializzato la nascita di «Voglia di teatro»: una sorta di sigillo di qualità sotto il quale i più importanti palcoscenici (dall'Eliseo di Roma al Massimo di Palermo; dal Politeama di Genova al Verdi di Firenze, fino al Parioli gestito dallo stesso Costanzo) «s'impegnano a mantenere alto il livello della propria attività anche attraverso iniziative collaterali, come speciali corsi di formazione teatrale destinati al pubblico, o la vendita di libri dedicati al teatro nei foyer dei propri esercizi». Costanzo pensa di promuovere uno spettacolo «che potrebbe intitolarsi That's Italia e, destinato a palcoscenici nazionali e internazionali, farsi messaggero di questa ricerca di qualità».
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