Erano le 19.34 del 7 giugno 2007 quando un razzo Delta II prese il volo dalla base di Vandenberg (California) della Us Air Force portando nello spazio un satellite realizzato da Thales Alenia Space Italia su commissione dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Si trattava del primo dei 4 satelliti della costellazione Cosmo-SkyMed, la più impegnativa impresa spaziale realizzata dal nostro Paese nel campo dell'osservazione della Terra a fini sia civili sia militari.
La costellazione Cosmo-SkyMed è equipaggiata con sensori Radar in grado di osservare il globo terrestre sia di giorno che di notte e in qualsiasi condizione meteorologica. Le informazioni raccolte possono essere utilizzate per diverse applicazioni, grazie all'elevata risoluzione delle immagini prodotte quotidianamente, circa 1.800, ai ridottissimi tempi di «rivisitazione» dei luoghi rilevati e alla rapidità con cui i dati sono resi disponibili alle differenti tipologie di utenza.
Il Sistema viene utilizzato soprattutto per l'osservazione del territorio e la gestione/prevenzione dei disastri ambientali sia naturali sia di origine antropica, il monitoraggio costiero, dei ghiacci, delle risorse agricole e forestali e il controllo urbano degli edifici. La distribuzione dei dati a livello istituzionale sia nazionale sia mondiale (centri di ricerca, università, amministrazioni pubbliche, Agenzie Spaziali, ecc) è effettuata direttamente dall'Agenzia Spaziale Italiana, mentre la commercializzazione delle immagini è affidata alla società e-Geos nata dalla collaborazione tra Telespazio e Agenzia Spaziale Italiana. A oggi più di 1.000.000 di prodotti generati dalle analisi dei dati acquisiti sono stati distribuiti a livello mondiale. Svetta su tutto il supporto dato agli americani per l'emergenza uragani che ha colpito in questo periodo il territorio Usa.
Una settimana prima del G7 dell'Ambiente, che si è tenuto a Bologna, il presidente dell'Asi, Roberto Battiston, ha ricordato il ruolo che la costellazione Cosmo-SkyMed può avere a supporto delle attività rivolte a salvaguardare il nostro pianeta: «I 10 anni di Cosmo-SkyMed ci ricordano che il climate change si contrasta anche con la ricerca spaziale, che è in grado di fornirci una visione complessiva dei dati rilevanti per il monitoraggio dello stato di salute della Terra: delle 50 variabili fondamentali per l'analisi del clima 26 sono infatti osservabili dai satelliti. Si tratta, quindi, di una infrastruttura strategica che grazie ai due satelliti di seconda generazione, attualmente in fase di costruzione, permetteranno di mantenere in condizioni ottimali la costellazione negli anni a venire, aumentando, con le osservazioni ad alta precisione, anche il potenziale commerciale e scientifico dei dati osservativi, dati per i quali vi è una richiesta crescente a livello mondiale».
Nel futuro prossimo Cosmo-SkyMed potrà contare
sulla continuità dei suoi servizi grazie alla realizzazione della costellazione di Seconda Generazione che sarà composta da due nuove unità tecnologicamente migliorate e in grado di fornire performance ancora superiori.RCe
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