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Costruttori contro comitati: «Coi loro no, persi milioni»

Gli imprenditori dicono basta alle proteste assurde che bloccano i progetti. Ma la Vincenzi frena

Costruttori contro comitati: «Coi loro no, persi milioni»

(...) «Siamo vittime - ha spiegato Filippo Delle Piane, presidente Ance Giovani Liguria, di fronte a una platea di oltre duecento imprenditori edili - di un’assenza di regole molto dannosa che rischia di fare della partecipazione un mito. La partecipazione dei cittadini nei processi decisionali è positiva ma è basilare che una volta che si è deciso, una volta che un progetto è stato approvato, si abbia la forza di andare contro chi dice “no”». I costruttori, e con essi gli imprenditori, chiedono insomma congiuntamente da Genova a tutte le amministrazioni locali di mostrarsi forti e risolute nei confronti della crescente fauna di comitati, in grado di affossare progetti e sogni, causando perdite da milioni di euro. «I costi del non eseguire opere sono enormi e monetizzabili essenzialmente in termini di perdita di competitività - è il parere di Delle Piane - prendiamo il Terzo Valico per Genova o l’Alta Velocità per l’Italia intera: il rischio che si corre fermandosi di fronte ai “no” è quello di restare al palo, isolati economicamente».
Lo spettro, in pratica, è quello dell’inattività, primo germe del ristagno e della regressione. Ne è convinto anche il senatore Enrico Musso che, nonostante il malore dei giorni scorsi, è intervenuto con energia al dibattito: «La partecipazione - ha spiegato - diventa ormai sempre più spesso una cortina fumogena dietro la quale si nasconde l’incapacità di decidere della politica locale. E pensare che la politica come tale dovrebbe proprio basarsi sull’arte di decidere».
Per superare l’empasse dei comitati del «no», l’Ance propone di aumentare la partecipazione nelle primissime fasi dei progetti, attraverso strumenti come un Comitato per la Competitività della Città, che riunisca in un dibattito concludente e propositivo tutte le componenti sociali e le forze vitali della città, o un «project manager» alle dirette dipendenze del sindaco, responsabile diretto di cammini condivisi per la trasformazione del territorio. Nell’immediato, inoltre, i costruttori genovesi metteranno a disposizione una borsa di studio post-dottorato per monitorare, almeno nel capoluogo ligure, lavori e soprattutto costi di mancate realizzazioni. L’Ance, insomma, vuol far partire da Genova un messaggio pilota, in grado di aiutare chiunque provi a produrre sviluppo in Italia. E a rendere più stringente questa volontà c’è la crisi economica che avanza e che, come prevedibile, si sta facendo sentire anche nell’edilizia. Basti pensare che, per un settore che garantisce il 38% del Pil ligure a livello occupazionale, in un anno si è perso il 10%. «Troppo spesso ci si dimentica - ha sottolineato al convegno Francesco Perri, presidente Ance Giovani Genova - che noi non siamo solo costruttori. Siamo dirigenti, fornitori, impiegati e operai. Insomma siamo un numero di persone superiore a quello di un qualsiasi comitato del “no”. E quindi quando un progetto viene bloccato il rischio è molto grande. Anche perché, date le dimensioni delle medie imprese italiane, basta che naufraghi una grande idea su cui si è investito per andare vicini al fallimento». E il suo intervento ha conquistato la platea.

Unica voce fuori dal coro è rimasta così quella del sindaco Marta Vincenzi, che ha messo al primo posto la partecipazione, pur ammettendo la necessità di regolare in qualche modo l’intervento dei cittadini nelle grandi opere pubbliche. «Non credo, che si debba chiedere alle istituzioni rapidità di progettazione ed esecuzione a discapito della partecipazione», ha ammonito, ricevendo in risposta un gelido silenzio.

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