Cotti e mangiati, mini sit-com che ironizza sulla famiglia

Da lunedì su Raiuno: una telecamera fissa spia la cucina di una casa italiana

Paolo Scotti

da Roma

L’inquadratura, già da sola, dice tutto. È unica, sempre la stessa, eternamente fissa. Come l’occhio d’una telecamera che, nascosta da qualche parte, spii ciò che la circonda. La novità è che - stavolta - la telecamera è nascosta in un televisore. Così, la solita prospettiva è totalmente ribaltata: non è più lo spettatore a guardare, ma è lui ad essere guardato. Perché non si trova più davanti alla Tv; ma dentro. «E non è finita qui - avverte Giorgio Gori -, l’inconsueto racconto che ne deriva, non viene più proposto su una rete giovanile, come nel caso di Camera Cafè su Italia 1, ma su una rete tradizionale e generalista come Raiuno. E in un format per la prima volta completamente italiano».
Questo il significato di Cotti e mangiati: nuova mini-fiction (o micro sit-com, o sit-reality, o sketch-show: le definizioni non mancano) con cui la prima rete della Rai racconterà da lunedì l’ironico tran tran d’una famiglia qualsiasi, spiata dall’interno del televisore che tiene in cucina, attraverso quattro episodi di sei minuti l’uno, raggruppati in una striscia da 25 in onda tutti i giorni alle 20.30. «L’idea è quella di spiare con occhio divertito e affettuoso le quotidiane vicissitudini domestiche dei Mancini, tipica famiglia media all’italiana: il padre Flavio Insinna, la madre Marina Massironi, i due figli, Francesco Brandi e Giulia Bertini - spiega Gori, che con Magnolia già aveva prodotto Camera Cafè -. Crediamo e speriamo che molte famiglie ci si riconosceranno. E che questo tipo di prodotto, assai duttile nella collocazione come nella programmazione, e per sua natura largamente replicabile, conquisti anche il pubblico più vasto e generalista di Raiuno».
Convinti d’aver fatto un buon lavoro in tal senso, i due protagonisti. «Questo padre di famiglia assomiglia a tanti di mia conoscenza - osserva Flavio Insinna (già maresciallo Anceschi in Don Matteo, nonché protagonista di Don Bosco e La buona battaglia) -, è uno per bene ma travestito da cialtrone. Sostanzialmente buono, insomma, anche se pieno di difettacci». «Anche la madre è di quelle che incontreresti in una cucina qualunque - gli fa eco Marina Massironi (partner femminile preferita da Aldo, Giovanni e Giacomo) -, brava donna, buona moglie, ottima madre. Ma piena di giornaliere contraddizioni».


Quanto al regista e autore della serie, Franco Bertini, si dice stimolato dalla sfida tecnica di raccontare una lunghissima storia con una sola inquadratura dentro un solo ambiente. «Quante famiglie italiane scambiano affettuosità e litigi, grandi novità e consueta routine, fra le mura della cucina di casa? Tutte. Ho pensato a questo, e ho trovato la chiave del racconto».

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