Aridea Fezzi Price
da Londra
Dalla sua riapertura sei anni fa, quando fu completamente ristrutturato, il Covent Garden, sede della Royal Opera, sovvenzionato solo per un terzo da contributi pubblici, non registra più disavanzi. Antonio Pappano ha saputo imporre la sua disciplina non soltanto come direttore musicale. Alla sua quarta stagione il maestro insiste sullimportanza degli allestimenti innovativi, propone più musica barocca nel repertorio, combatte contro la resistenza che si fa nel tempio della lirica nei confronti dei musical, chiede unapertura verso tutto il teatro musicale, purché di qualità. E sempre più produzioni internazionali e registi stranieri: basta con gli inglesi soltanto. Questo il suo diktat che si realizzò due anni fa con unAida con la regia di Bob Wilson e da lui stesso diretta con la più raffinata sensibilità per il testo.
La nuova stagione - 22 opere, di cui 6 nuovi allestimenti - ha preso il via con un Dom Sebastien di Donizetti in forma di concerto e con una brillante ripresa della Fanciulla del West per la regia di Piero Faggioni con scene di Ken Adam. La voce seducente dellargentino José Cura e Pappano sul podio hanno fatto scintille su una partitura che il maestro definisce «la più sofisticata di Puccini». In giugno concluderà la stagione dirigendo Tosca, con Angela Gheorghiou. In cartellone Pappano ha voluto anche inserire «un meraviglioso segreto danese», Masquerade di Carl Nielsen, sotto la bacchetta di Michael Schonwandt.
La ripresa della tetralogia wagneriana per la regia di Keith Warner ha scoperto un brillante Sigfried in John Treleaven, che riprenderà il ruolo nella Götterdammerung programmata per aprile, sempre sotto la bacchetta di Pappano. Il maestro dirigerà in gennaio un nuovo allestimento (firmato da David McVicker) delle Nozze di Figaro che già promette polemiche, mentre in febbraio i registi Patrice Caurier e Moshe Leiser proporranno un nuovo Barbiere di Siviglia sotto la direzione di Mark Elder.
Fino a metà dicembre sarà di scena Verdi, con Un ballo in maschera per la regia di Mario Martone, e poi ancora in gennaio e febbraio Traviata e Macbeth.
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