Ci sarà una via Bettino Craxi a Hammamet, in Tunisia, dove il leader socialista è morto e è stato sepolto il 19 gennaio del 2000. Non cè ancora una via Bettino Craxi a Milano, né una targa per ricordare la sua storia politica indissolubilmente legata alla vita della città. È Forza Italia, per bocca del suo vicecoordinatore nazionale, a chiedere che questo vuoto venga colmato, più che mai adesso, quando a ricordarne la figura è il Paese che gli ha dato asilo. «Credo che Roma o Milano dovrebbero dedicargli una strada - chiede Fabrizio Cicchitto -. La scelta del governo tunisino è il segno dellipocrisia italiana e del fatto che su Craxi non sè avviata una riflessione reale sulla sua vicenda umana, pensiamo a come è stato costretto a morire lontano dallItalia».
A Milano lassessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi, nei mesi scorsi aveva rilanciato il progetto via B. Craxi, ma sul tema non cè ancora nulla di fatto, se non le vicissitudini della targa, che non è mai riuscita a arrivare in piazza Duomo. La questione verrà probabilmente affrontata in giunta. «Visto quel che è accaduto in passato, non sono molto ottimista» dice Stefano Pillitteri, assessore ai Servizi civici e nipote dellex premier. Il suo giudizio è netto: «Non riconoscere la statura di Craxi si spiega solo con la cattiva coscienza o la miopia politica».
Via Craxi finisce in giunta
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