CREATIVI TRICOLORI

Aprono a Torino le OGR, Officine Grandi Riparazioni, a due passi dal centro oggi ma originariamente in un quartiere periferico industriale, con tre mostre allestite per celebrare al meglio i 150 anni dell’Unità d’Italia. Retorica, ridondante, novecentesca e ideologica è «Fare gli italiani» (curata da Giovanni De Luna e Alessandro Barberis), mega-rassegna su quanto è accaduto nell’Italia post 1861, sottolineando il ruolo del lavoro, della resistenza, delle inchieste antimafia e dimenticando il contributo della cultura cattolica, l’avvento della televisione, il processo di modernizzazione laicista (ma antimarxista) della nostra società. Al suo opposto è «Stazione Futuro», curata da Riccardo Luna, direttore di Wired, che invece di dialogare con l’imponenza e la magia dello spazio, sceglie un allestimento asettico e luminoso, puntellato da parole chiave per i prossimi anni, da ambiente a energie alternative, da talento imprenditoriale a maggior sfruttamento della rete. Se ne esce con un certo ottimismo e una rinnovata fiducia per le nostre possibilità, cosa rara in questi tempi dove è più facile e comodo denigrare il Paese.
C’è una terza mostra, davvero interessante e un po’ folle, magari non facilissima da afferrare, una scatola visiva irrazionale e densa di idee. «Il futuro nelle mani. Artieri domani» (aperta fino al 20 novembre 2011) gioca fin dal titolo sull’ambiguità del termine. Cosa significa il neologismo «artieri»? Corrisponde forse a quella strana categoria di ibridi troppo geniali e irrisolti per poter essere definiti semplici artigiani e, allo stesso tempo, talmente fuori fase da risultare estranei alla tipologia ufficiale di artista.
La cura Enzo Biffi Gentili, direttore del MIAAO, lo strampalato museo di arti decorative di Torino dove puoi trovare dalla grafica psichedelica alla fotografia erotica, dalla ceramica in esemplare unico al prototipo di design mai entrato in produzione perché troppo sperimentale. Si entra attraverso il «tunnel del treno fantasma» un’installazione multimediale sulla falsariga del genere fantascientifico dello steampunk in un’unica grande sala che sembra l’antro di un inventore pazzo, la casa di un collezionista fuori di testa, senza alcuna logica né ordine, dove si possono mescolare opere d’arte vera e propria con l’illustrazione pubblicitaria, un pezzo di carrozzeria con riviste e fumetti. A patto vi sia una conclamata perizia manuale, una straordinaria abilità artigiana, il vero e unico valore dell’artista secondo Biffi Gentili e non solo lui, che se ascoltato spazzerebbe via lo strapotere del minimalismo come arte del consenso e stile adottato dagli inabili e dagli incapaci. Suo mentore ufficiale, quel Richard Sennett che ha scritto l’apologia dell’«uomo artigiano», che comprende non solo gli «artieri» classici ma anche i programmatori informatici di Linux, perché proprio nel digitale possiamo trovare quel surplus di fantasia che altrove manca. Alla faccia di chi pensa che lavorare con le mani sia roba superata! Infiniti sono gli accostamenti tra queste centinaia di bizzarrie, ma dovessimo sceglierne uno, imprescindibile il passaggio tra il meglio delle Officine Motoristiche Italiane (Morini e Ducati) e Il montatore, fumettazzo softcore degli anni Settanta illustrato da Milo Manara.
Alla diffusa mentalità catto-comunista dell’arte italiana, Biffi Gentili sostituisce, sarcasticamente, una visione social-fascista, attribuendole l’autentica responsabilità di tutto ciò che di estroso e follemente acontestuale è stato creato nel nostro Paese unito. Tra le mille citazioni e recuperi, il Profilo continuo del Duce, ceramica di Renato Bertelli (1933) che continua a ispirare artefatti contemporanei, le gigantesche macchine celibi dello scultore lombardo Umberto Cavenago, i geniali prototipi fuori serie del designer Franco Sbarro. Il caos regna, sovrastato dalla citazione profetica di Ezra Pound, «Con usura non vi è chiesa con affreschi di paradiso», benedetta perfino dalla figlia del poeta, Mary de Rachewiltz.

«Il futuro nelle mani.

Artieri domani», mostra aperta fino al 20 novembre 2011 presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino (Corso Castelfidardo 22); biglietto d’ingresso alla mostra «Stazione Futuro + Il futuro nelle mani. Artieri domani» euro 10 (ridotto euro 7); per info: tel. +39 011-4992333.

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