Roma

Criminalità, dogane in prima linea

La festa dell’Agenzia occasione per un bilancio delle attività

Laura Gigliotti

«Ultimo imperatore». Non è un film ma l’operazione che ha visto coinvolti circa sessanta funzionari di nove Direzioni regionali delle dogane col coordinamento della Dia (Direzione investigativa antimafia) in tutta Italia per otto mesi, e che ha portato alla scoperta di una centrale di riciclaggio di denaro e un vasto traffico di merci contraffatte provenienti dalla Cina. Un utile di un milione di euro al giorno per un giro d’affari di 150 milioni di euro. È una delle operazioni più importanti che hanno coinvolto le dogane italiane nel corso dell’ultimo anno, oltre a quella che ha condotto alla scoperta nel porto di Livorno di 700 grammi di cocaina purissima avvolti in pelli semilavorate (quindi non soggette a dazio e controlli sanitari) provenienti dal Venezuela e dirette a Santa Croce sull’Arno; alla scoperta di 180 grammi di cocaina occultati nei parabordi per barche dal Servizio Antifrode della dogana di Fiumicino. E poi operazioni contro il contrabbando di zucchero, in difesa del «made in Italy», della salute e dell’ambiente, azioni di contrasto ai traffici illeciti nei porti, nel settore delle sigarette, degli stupefacenti, delle armi e ultimamente a tutela della salute con il fermo di circa 600 tonnellate di pollame. Sono queste le azioni più rilevanti dell’anno, premiate a conclusione della Festa delle Dogane che si svolta come ogni anno nella sede romana dell’Agenzia delle Dogane al Laurentino, nella ricorrenza del santo patrono, San Matteo.
Un momento di festa alla presenza di autorità civili e militari (c’era anche l’ambasciatore della Cina), ma anche l’occasione per il direttore Mario Andrea Guaiana di presentare il bilancio e fare il punto sugli obiettivi raggiunti e sulle molteplici attività svolte dall’Agenzia. Ben diverse da quelle di un tempo, legate come sono al commercio internazionale in continua evoluzione e che vanno dalla difesa della sicurezza dei cittadini nella lotta al terrorismo alla salvaguardia della salute e dell’ambiente, alla tutela della proprietà intellettuale, alla lotta alla contraffazione, alla frode e ai traffici illeciti.
Un impegno che si misura con l’accresciuto numero dei sequestri, 7mila circa nel 2004 fra sostanze stupefacenti, tabacchi, armi, munizioni, merci contraffatte, valuta, piante e animali protetti, oggetti firmati, opere d’arte), e in termini di innovazione, la «dogana telematica» (che ha l’obiettivo di rendere possibili le operazioni doganali in tempo reale senza presentarsi fisicamente agli sportelli), ed efficienza. L’efficacia dei controlli è affidata a sistemi telematici e informatici e a una banca dati che individua i fattori di rischio. «Questo sistema di controllo, con un provvedimento recentissimo, è stato adottato a livello europeo», dice il sottosegretario con delega alle Dogane Manlio Contento, auspicando che una tale lotta sia sostenuta da tutti i Paesi dell’Ue. Per il nostro Paese, precisa il Sottosegretario, i fattori di rischio sono legati oltre a settori noti come il tessile (in particolare la moda), la salute (farmaci, alimentari), gli stupefacenti, anche ad altri apparentemente meno appetibili come la componentistica e il materiale elettrico. In pratica si procede con controlli mirati (non a tappeto che sarebbero impossibili), sulla base dell’analisi dei rischi e supportati da strumenti innovativi come lo scanner tridimensionale.

Uno strumento capace di radiografare ciò che si trova dentro un container senza aprirlo, fino alla dimensione di una moneta e che ha consentito all’Italia di essere tra i primi Paesi sottoscrittori di una convenzione con gli Stati Uniti per la sicurezza.

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