La crisi di coppia nel microscopio di Fosse

Valerio Binasco porta in scena il nuovo lavoro del drammaturgo norvegese

In tutte le sue pagine c’è un’idea forte che, osserva il regista Valerio Binasco, «spaventa ma al tempo stesso consola». Il teatro del drammaturgo norvegese Jon Fosse infatti è disperazione e impossibilità di riscatto. Gli stessi ingredienti si ritrovano nel testo in prima nazionale da oggi al teatro India, E la notte canta (fino all'8 giugno). «Poche parole e personaggi pieni di dolore, questo è Fosse - spiega Binasco, regista e interprete dell’opera -. La sua scrittura scenica, però, è così viva ed esprime una tale fiducia nel teatro che, quando lo leggo, non riesco a pensare alla fine del mondo o a cose simili. Il pubblico infatti a tratti ride. Siamo di fronte a un autore che parla della “disperanza”, la sfiducia che ci fa attaccare al filo tenue dell’oggi e non del domani». Per l’ultima produzione della stagione del Teatro di Roma, il regista ligure, che di Fosse ha anche allestito Qualcuno arriverà nel 2007 allo Stabile di Genova, ha radunato quella che definisce «la compagnia dei sogni»: con lui reciteranno Frédérique Loliée, Milvia Marigliano, Aldo Ottobrino e Fabrizio Contri. E la notte canta, messo in scena per la prima volta nel ’96 e ora alla 55esima produzione, racchiude i temi cari allo scrittore, in pochi anni diventato il più rappresentato dopo Ibsen nella storia del suo Paese.
Nel suo stile senza fronzoli, Fosse racconta di una coppia di sposi (Binasco e Loliée) che, nel loro appartamento, accompagnati solo dal pianto notturno del loro bambino, avanzano nella direzione di un epilogo che è il punto di arrivo di una storia d’amore, di perdita e di bisogno reciproco. «Sono rimasto fedele al testo originale - continua il regista -, ho aggiunto solo un abbraccio e una sigaretta, utili al ritmo. I sentimenti, è vero, sono più a fior di pelle, sarebbe ridicolo far finta di essere norvegesi come, nel caso di Pinter, fingere di essere inglesi. Per le tensioni insite in ogni gesto mi sono ispirato alle pellicole di Aki Kaurismaki.

Senza stravolgerlo, credo di aver dimostrato che Fosse, a differenza di quanto alcuni credono, è tutt’altro che tetro e noioso».
Teatro India, lungotevere dei Papareschi. Orario: fino al 31 maggio ore 21.30 (domenica ore 19.30), 1-8 giugno ore 21 (domenica ore 18). Biglietti 12-15 euro. Informazioni: 06.684000311.

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