Crisi epocali e risposte possibili dall'Europa

Tutto è cambiato dopo la caduta del Muro di Berlino e la globalizzazione. I temi in discussione

Iris Catarsi

Fin dalla sua prima edizione, nel 2009, l'Unione Europea, le sue istituzioni e le sue politiche hanno rappresentato oggetto d'analisi privilegiato nell'ambito degli incontri di Biennale Democrazia. Non fa eccezione BD2017, intitolata Uscite d'emergenza: uno dei cinque filoni tematici nei quali si sviluppa il programma della manifestazione è Domande all'Europa. Questo focus - l'altro è La città che cambia, che si svolge interamente alla Scuola Holden, mentre Nuovi Inizi, Società dell'incertezza e Stati di necessità sono gli altri macro-temi - molto approfondito e ben congegnato, viene proposto nel bel mezzo della crisi sociale, economica e progettuale che ha eroso la legittimazione politica dell'Ue.

Appare azzeccata la scelta di inserire la parola Domande, in un momento in cui il progetto di creazione di un'entità continentale coesa, con politiche e regole comuni, appare seriamente a rischio. L'interrogativo di fondo è: come superare le crisi, causate da fenomeni nuovi o già conosciuti, che hanno repentinamente assunto dimensioni inedite?

«Negli anni recenti - spiega Pier Paolo Portinaro, docente di Filosofia politica e membro del Coordinamento scientifico di BD 2017 - il processo di costruzione dell'Ue si è trovato a fare i conti con due eventi storici che, agli inizi del progetto, non erano previsti: la caduta del muro di Berlino e la globalizzazione. In seguito al primo, i preesistenti membri della Ue hanno deciso di allargare la comunità, per diversi motivi, incluso quello di evitare che, ai suoi confini orientali, si sviluppassero entità nazionali con sistemi politici ed economici deboli, e che potessero entrare in conflitto tra loro. L'apertura ai Paesi dell'Est Europa ha, quindi, portato alla nascita di un'Ue con rilevanti problemi di disparità economica al proprio interno. In questo quadro si sono inseriti, negli ultimi anni, gli effetti della globalizzazione, che ha cambiato le regole della competizione a livello mondiale».

I principali attori della scena globale sono gli Usa, la Ue, alcuni grandi paesi asiatici e i gruppi di Paesi emergenti. «In questo contesto - continua Portinaro - l'Europa torna a dividersi tra Paesi come la Germania, in grado di competere a livello globale, e altri come la Grecia, che invece hanno bisogno di aiuto per sopravvivere».

È in questo quadro, completato da altri fattori preponderanti, quali le migrazioni di massa provenienti dai Paesi poveri o in guerra, che si assiste a un ritorno dei nazionalismi, fenomeno di cui la Brexit ha rappresentato l'espressione più eclatante degli ultimi anni. «Chi rivendica l'autodeterminazione nazionale - puntualizza Portinaro - lo fa chiamando in causa la democrazia».

E rieccoci al tema di Biennale Democrazia.

L'Europa sarà in grado di far emergere dei «nuovi inizi», superando gli stati di necessità, conciliando globale e locale, autodeterminazione nazionale e democrazia? Forse alcune risposte arriveranno proprio dalle cinque giornate di BD2017.

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