È emergenza Europa dell'Est. La Banca mondiale lancia l'allarme: se le nazioni più ricche del Continente non fanno di più per aiutare i vicini, non si potrà evitare l'espandersi della crisi finanziaria. I leader nazionali devono smetterla di proporre bailout e piani paracadute se non vogliono cancellare i risultati ottenuti negli ultimi vent'anni dai Paesi dell'Est, è scritto in un rapporto pubblicato in Polonia. Il Fondo monetario internazionale negli ultimi mesi ha già prestato miliardi di dollari a Ungheria, Ucraina, Lettonia, Serbia, Bielorussia, mentre la crisi economica ha innescato manifestazioni, proteste e a volte scontri con la polizia nelle Repubbliche baltiche e in Bulgaria. Lunedì, il presidente lettone Valdis Zatlers inizierà le consultazioni per la formazione di un nuovo esecutivo. Pochi giorni fa, infatti, il governo di centro destra di Riga è crollato: il secondo in Europa a capitolare sotto i colpi della crisi economica dopo quello islandese. Il pil del paese di 2,2 milioni di abitanti è infatti diminuito a gennaio del 10.5 per cento e le previsioni economiche per il 2009 hanno creato il panico in casa e all'estero: l'economia nazionale è destinata a scendere del 12 per cento nei prossimi 12 mesi. Le tre Repubbliche baltiche, Lettonia, Lituania ed Estonia, poco dopo il loro ingresso nell'Ue nel 2004 potevano vantare una crescita economica tra le più alte dell'Unione, tanto da essersi aggiudicate in quel periodo il soprannome di «Tigri del Baltico». Negli ultimi mesi, invece, i numeri negativi hanno portato in piazza la popolazione. Le proteste sono state le più violente dal crollo dell'Unione sovietica, di cui i tre Stati hanno fatto parte fino al 1991. A gennaio, una manifestazione pacifica di 10mila persone è degenerata in scontri con la polizia, con un bilancio di 40 feriti e decine di arresti. I coltivatori hanno protestato questo mese obbligando il ministro dell'Agricoltura a dimettersi. La Lettonia è sicuramente uno dei Paesi dell'Europa dell'Est più colpiti dalla crisi ma non è l'unico. L'Ucraina, già rallentata dalle difficoltà politiche interne, ha visto la sua produzione industriale diminuire di un terzoil mese scorso. I leader dell'Unione si incontreranno il primo marzo per discutere la situazione sempre più critica.
Un crac finanziario nell'Europa dell'Est potrebbe, scrive il Washington Post, espandersi con effetti molto negativi sulle banche in Austria, Svizzera, Scandinavia che per anni hanno prestato denaro a istituzioni finanziarie e a uomini d'affari della regione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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