La crisi mette nei guai anche i Simpson

La crisi mette nei guai anche i Simpson

Per chi si immagina che una serie a cartoni, proprio per la sua natura, possa durare sine die, ecco arrivare, dalla solita America, il brusco ritorno alla realtà. D’altronde, siamo in piena crisi finanziaria ed anche i personaggi animati devono farsi due conti in tasca per poter tirare avanti, anche se per interposta persona. È il caso di una delle famiglie più famose della storia del piccolo schermo, quei Simpson, partoriti da James L. Brooks e Matt Groening, che, da 23 serie (sono partiti nel 1989), con la loro demenzialità ed ironia, raccontano i problemi quotidiani della gente comune, portando le situazioni al limite, con un umorismo, un sarcasmo ed una perfidia che sono il marchio di fabbrica del loro successo. Accade, però, che la Fox abbia dato uno sguardo ai bilanci tirando la conclusione che così non si possa più andare avanti. «Crediamo che questa serie brillante possa e debba continuare, ma non possiamo produrre le prossime stagioni con il medesimo modello finanziario», ha spiegato la compagnia in un comunicato che non lascia presagire nulla di buono ai milioni di fan della famiglia di Springfield. Il problema, ovviamente, non riguarda i protagonisti in giallo della famosa serie televisiva quanto le loro voci. È in corso, infatti, l’ennesima trattativa molto difficile e delicata con i doppiatori principali dello show. Secondo quanto riferisce il The Daily Beast, gli attori Dan Castellaneta (voce di Homer), Julie Kavner (Marge), Nancy Cartwright (Bart), Yeardley Smith (Lisa), Hank Azaria (Winchester) ed Harry Shearer (Burns) avrebbero proposto un taglio del 30% dei loro stipendi in cambio di una piccola parte dei guadagni dello show e del merchandising, mentre la 20th Century Fox, respingendo l’offerta, ha insistito per una riduzione dei salari del 45%. La divisione, come si vede, è netta e delinea scenari foschi per Homer e soci. Senza un sostanziale avvicinamento tra le parti c’è il rischio molto forte che il programma, trasmesso in cento paesi, chiuda i battenti in primavera. Ma quanto guadagna un doppiatore della serie più longeva del piccolo schermo? Non proprio una miseria visto che la cifra ammonta a ben 8 milioni di dollari all’anno a ciascuno, per 22 settimane di lavoro. «Con 23 stagioni alle spalle, - prosegue la nota - The Simpson continua ad essere una produzione creativamente vibrante come sempre, amata da milioni di persone in tutto il mondo. Siamo fiduciosi di poter arrivare ad un accordo con il cast in modo da consentire ai Simpsons di continuare a divertire l’audience con episodi originali per molti anni a venire». Già in passato, si sono registrati altri scontri tra doppiatori e casa di produzione compreso, nel 2004, il blocco per un mese della serie.

Nell’ultimo anno The Simpson ha avuto una media spettatori di 7,1 milioni, con un calo del 14 per cento rispetto all’anno precedente. Da qui, l’ipotesi di creare un «Canale Simpson» dedicato sulla tv via cavo. Sperando che Homer non appenda la ciambella al muro.

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