Crisi, Obama rilancia: "Economia americana non più su orlo abisso"

Obama presenta il piano per rilanciare occupazione e pmi: "L’economia non è più sull’orlo dell’abisso". Ma avverte: "Resta molto da fare". Draghi preoccupato: "Dubai è un monito, mercati vulnerabili"

Crisi, Obama rilancia: 
"Economia americana 
non più su orlo abisso"

Washington - "L’economia americana non è più sull’orlo dell’abisso". Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, torna a infondere ottimismo nel sistema economico americano al termine di un incontro alla casa bianca con parlamentari di entrambi gli schieramenti, indetto per parlare del piano per il rilancio dell’occupazione e delle piccole medie imprese presentato ieri. "Siamo in una situazione molto diversa rispetto a un anno fa - assicura il capo di Stato americano - ma resta ancora molto da fare". Ma il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, si mostra preoccupato: "Quanto successo a Dubai è un monito, i mercati sono ancora vulnerabili".

Stati Uniti fuori dalla crisi I costi del Tarp, il Troubled asset relief program, sono inferiori del previsto e questo "ci consentirà di ridurre il deficit" e di favorire la crescita dell’occupazione. Obama precisa che grazie alle iniziative prese "l’economia americana si trova ora in una posizione migliore rispetto a un anno fa ma la strada è ancora lunga. Sono fiducioso del fatto che gli Stati Uniti possono lasciarsi alle spalle i problemi economici". Intervenendo dopo aver incontrato i leader del Congresso, Obama sottolinea che "serve consenso bipartisan per aiutare le pmi ad assumere. Non mi riposerò fino a che l’America non sarà tornata a lavorare".

Le preoccupazioni di Draghi La reazione dei mercati ai recenti problemi finanziari di Dubai "ci rammenta che essi restano insolitamente vulnerabili alle turbolenze anche dopo aver affrontato la peggiore crisi finanziaria del secolo". Intervenendo al congresso del Partito popolare europeo, il governatore della Banca d’Italia ha invitato a "procedere alla riduzione del moral hazard posto dalle istituzioni troppo grandi, troppo complesse o troppo interconnesse per fallire".

"L’ampio supporto fornito durante la crisi per scongiurare il pericolo di un collasso sistemico - ha detto Draghi - ha concretamente accentuato il moral hazard. Per quale motivo gli istituti non dovrebbero ritenere che le autorità siano pronte a correre in loro soccorso laddove la situazione finanziaria tornasse a peggiorare?".

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