RomaAccordi internazionali e impegni concreti a promuovere gli investimenti in ricerca e in efficienza energetica. Ma soprattutto azioni comuni per monitorare il prezzo del petrolio in modo che non sia né troppo elevato da ritardare luscita dalla crisi e né troppo basso da rallentare gli investimenti delle imprese.
Questa è la sintesi della prima giornata del G8 dellEnergia, iniziato ieri a Roma e presieduto dal ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola. Una riunione allargata non solo ai principali Paesi produttori e consumatori di energia ma anche alle venti maggiori imprese mondiali del settore. Un risultato è stato già raggiunto con la firma da parte di tredici Paesi (Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea, Messico, Russia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Ue) dello statuto della partnership internazionale per la cooperazione sullefficienza energetica (Ipeec). Una «piattaforma aperta a tutti», ha spiegato Scajola, per «condividere ed elaborare le singole esperienze in materia di efficienza».
Un accordo «essenziale», secondo il ministro, «per far fronte alla crisi e combattere il cambiamento climatico». I firmatari garantiranno limpegno di «una politica comune per lefficienza energetica, la riduzione dei consumi e lo sviluppo di nuove tecnologie», varando per questo obiettivo «normative comuni e stringenti».
Si tratta di una pronta risposta allallarme lanciato in apertura dei lavori dallAgenzia internazionale dellEnergia (Iea) per il rallentamento degli investimenti e dei consumi. LIea prevede infatti che il 2009 potrebbe chiudersi per la prima volta dal termine della seconda guerra mondiale con un calo della generazione di elettricità (-3,5% annuo) determinando un minore afflusso di capitali nella ricerca e nello sviluppo delle reti e delle centrali. La contrazione degli investimenti è attesa in flessione sia per lestrazione di combustibili fossili (-21%) che per rinnovabili e nucleare (-38%).
Ma se il segretario Usa allEnergia, Steven Chu, ha immediatamente sottolineato che il G8 è servito per fare «un grande lavoro» sulle energie rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni, analogamente ha rimarcato che bisogna monitorare il fronte dei prezzi petroliferi perché «una loro impennata minerebbe considerevolmente la ripresa». Opinione comune a quella del ministro Scajola il quale ha rilevato la necessità che il prezzo del greggio sia «equo e non volatile».
I due big italiani del settore, Eni ed Enel, hanno tuttavia assicurato che continueranno a investire nonostante la crisi.
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