Bruxelles - La Banca centrale europea ha lasciato i tassi d’interesse invariati, come ampiamente atteso dai mercati. Per il secondo mese consecutivo il Consiglio direttivo dell’Eurotower ha deciso di mantenere il tasso di riferimento principale all’1%. "L’attività economica quest’anno rimarrà debole e la ripresa è attesa per la metà del 2010", ha assicurato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet.
La decisione della Bce L'istituto centrale ha lasciato invariato il tasso sui depositi, allo 0,25%, e anche quello marginale, all’1,75%. Il costo del denaro in Eurolandia resta al livello deciso lo scorso 13 maggio, quando ha raggiunto il livello più basso nella storia decennale dell’euro. Il differenziale tra il costo del denaro negli Stati Uniti e quello in Eurozona resta all’1%, tenuto conto che la Fed ha praticamente azzerato il tasso sul Fed Funds, fissando un range compreso tra 0 e 0,25%. Nelle passate settimane la Bce aveva indirettamente manifestato l’orientamento a non effettuare variazioni a breve sui tassi, qualificandoli come "appropriati". Inoltre nei giorni scorsi ha operato un nuovo e massiccio intervento sul fronte delle liquidità, concedendo per la prima volta alle banche commerciali prestiti di rifinanziamento a scadenza prolungata, un intero anno invece dei sei mesi che solitamente vengono praticati nelle operazioni a lunga scadenza.
Gli effetti delle iniezioni di liquidità Prima di valutare eventuali nuove mosse i banchieri centrali potrebbero voler verificare quale sarà l’esito di queste massicce iniezioni di liquidità. Tuttavia, con l’inflazione che per la prima volta dalla nascita dell’euro cade in territorio negativo, al meno 0,1 per cento annuo a giugno, la situazione appare più scomoda. Se si tratta di un fenomeno previsto, da mesi dalla stessa Bce, e solo per una fase temporanea, potrebbe rilanciare le richieste di chi vorrebbe che l’istituzione monetaria si spingesse oltre a sostegno dell’economia sul fronte dei tassi, come hanno fatto la Federal Reserve americana e la Banca d’Inghilterra. Inoltre, nell’area euro a dispetto delle ingenti liquidità erogate alle banche commerciali, si sta assistendo a un marcato rallentamento della crescita di concessioni di prestiti al settore privato.
L'allarme disoccupazione Nel frattempo la disoccupazione continua ad aumentare, al 9,5 per cento a maggio, secondo i dati diffusi oggi da Eurostat, massimo da 10 anni. Qualche spunto incoraggiante è invece giunto ieri dalle indagini sulle industrie manifatturiere, che segnalano una attenuazione della dinamica recessiva per Eurolandia, mentre sviluppi simili sono stati registrati anche in Usa, Gran Bretagna e Cina.
Le prospettive di Trichet Secondo Trichet, "l'attività economica per il resto di quest’anno rimarrà probabilmente debole, ma dovrebbe calare meno fortemente rispetto al primo trimestre del 2009".
"Questa situazione riflette alcuni effetti negativi, tra cui un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro, che si manifesteranno nei prossimi mesi - ha proseguito il presidente della Bce - guardando al prossimo anno dopo una fase di stabilizzazione è attesa una ripresa graduale dalla metà del 2010". Per Trichet, infatti, "i significativi piani di stimolo adottati in tutte le principali economie dovrebbero sostenere una crescita globale, anche nella zona dell’euro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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