La crisi vista da Oltretevere

RomaÈ «l’appello ai moderati» ciò che concordemente i media della Santa Sede, la Radio Vaticana e L’Osservatore Romano, evidenziano del discorso del presidente del Consiglio. «Berlusconi tende la mano ai moderati per riuscire a superare il momento difficile», ha affermato Radio Vaticana nell’edizione francese, mentre il quotidiano della Santa Sede sottolinea, sintetizzando i passaggi «significativi» del discorso del Cavaliere, che una crisi di governo «al buio» sarebbe una «follia», anche perché le odierne divisioni del centrodestra «non sono insormontabili».
La linea comune del Vaticano e dei vertici della Chiesa italiana è quella insistere sulle aperture del premier ai moderati, nella speranza che - superando lo scoglio della fiducia - l’esecutivo si «stabilizzi» e possa dare risposta alle emergenze del Paese.
L’Osservatore Romano rimarca come Berlusconi abbia definito l’unità dei moderati «un patrimonio inestimabile», che non può essere «distrutto volontariamente», impegnandosi, se oggi otterrà la fiducia, a lavorare per ricomporre l’alleanza «di tutte le forze moderate, che oggi ritroviamo, oltre che nella Lega, in Futuro e libertà e nell’Unione di centro».
Ma gli ecclesiastici, sia quelli d’Oltretevere che quelli alla guida della Conferenza episcopale italiana, che concordemente nelle ultime settimane hanno tentato il pressing sul leader dell’Udc Pierferdinando Casini per ammorbidirlo e favorire un suo sostegno al governo, guardano preferibilmente proprio all’aerea centrista più che al nuovo partito finiano. Se c’è infatti un elemento che unisce le analisi e le valutazioni sia nei sacri palazzi vaticani come in quelli della Cei, questo è la diffidenza nei confronti di Gianfranco Fini, dopo che negli ultimi due anni si è attestato su posizioni lontane da quelle della Chiesa sul fine vita e sul riconoscimento delle coppie gay.
La decisione del cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone di partecipare al pranzo all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede in onore dei nuovi cardinale italiani, avvenuta la scorsa settimana e dunque ormai alla vigilia del voto di fiducia, come pure la sottolineatura che i rapporti tra le due sponde del Tevere sono ottimi, può essere considerata un’ulteriore diretta conferma. Certo, le sollecitazioni a Casini non hanno ottenuto apparentemente risultati, se non forse quello di raffreddare momentaneamente il leader Udc rispetto alla nascita del Terzo polo. Ma la vera partita comincia domani, dopo il voto di fiducia, quando si comincerà a verificare con quali forze e con quali numeri l’esecutivo possa continuare la sua strada.
«Qui molti si augurano che Berlusconi resti in piedi e nella maniera meno grama possibile - confida un prelato - sperando che riesca a riconquistare un po’ di consenso ma soprattutto riesca a fare, oltre che a dire. Il Paese non può aspettare. Lo scenario appare comunque incerto».

E anche se Oltretevere e alla Cei gradirebbero vedere Casini coinvolgersi nell’esecutivo e garantire maggiore rappresentanza ai temi cari alla Chiesa, non ci si nasconde che i margini di manovra in questo senso sono sempre più ridotti.

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