Crollo in Statale, cinque studentesse in ospedale

Cosa si prova ad essere travolti da due metri di calcinacci durante una tranquilla lezione universitaria di storia dell’arte proprio mentre la prof, ironia della sorte, ha appena finito di dire che «il padre del Caravaggio era un gran muratore»? Ce lo siamo fatti raccontare da Tania, 24 anni, una ragazza dai capelli scuri a caschetto laureanda ad aprile in storia dell’arte che ieri mattina a quella lezione - durante la quale sono rimaste ferite in maniera lieve cinque studentesse tra i 19 e 24 anni - era presente. Tutto si è svolto infatti, nella classica manciata di secondi, intorno alle 9.40 dell’aula K02 al pianterreno della sede del dipartimento di storia, arti, musica e spettacolo (beni culturali) della facoltà di lettere e filosofia della Statale, con sede, fino a qualche anno fa, in via Festa del Perdono e ormai in pianta stabile in via Noto (zona Ripamonti). Un bello stabile moderno di 5 piani (tutte aule, solo l’ultimo piano è occupato da laboratori e mediateche) la cui facciata densa di finestre suggerisce tecniche costruttive ispirate a criteri di estrema modernità, ma dove il cartongesso continua a farla da padrone.
«Erano circa le 9.40 - ci racconta Tania - la professoressa Maria Cristina Terzaghi stava tenendo una lezione di storia dell’arte moderna. L’aula è enorme, una delle più grandi, saremmo stati poco meno di 200 studenti in tutto. All’improvviso noi, seduti nelle file più avanti, ci voltiamo istintivamente verso le penultime file. È stato un attimo: ho visto quelle cinque studentesse in terzultima fila prone sui loro appunti, colpite da un pezzo di cartongesso lungo almeno due metri che, staccandosi improvvisamente e in un unico blocco dal muro, lasciava la muratura a vista.
«Davanti a quel rumore e al polverone che veniva giù ci siamo alzati tutti in piedi di botto, - continua Tania - ma per avvicinarci alle ragazze colpite che sono state portate subito fuori dall’aula dove noi altri ragazzi, insieme alla professoressa, le abbiamo seguite subito: chiaramente il timore era che ci cascasse in testa il soffitto».
Mentre la lezione veniva sospesa, le bidelle del dipartimento si sono attivate subito a portare il ghiaccio per soccorrere le studentesse ferite e chiamare il 118 e i vigili del fuoco. Così, mentre le cinque studentesse ferite (ma soprattutto molto spaventate) venivano portate in ambulanza alla clinica Santa Rita e all’ospedale San Paolo, sul posto arrivava la polizia che ha provveduto a sequestrare i locali dichiarati inagibili.
«Fino a quando non sono arrivate le ambulanze siamo rimasti quasi tutti lì per accertarci che le condizioni delle ragazze non fossero gravi - conclude Tania -. Certo: pensare che la maggior parte degli edifici moderni sono costruiti in cartongesso non è molto rassicurante. Soprattutto se tali edifici sono destinati a ospitare centinaia di studenti ogni giorno».
Sul posto, subito dopo l’incidente, sono giunti il rettore Enrico Decleva e il pro rettore Marino Regini, molto infuriati per l’accaduto. Sono stati loro a fornire il nome della ditta costruttrice dello stabile, «Iniziativa Sette», insistendo che chi ha sbagliato dovrà assumersi le proprie responsabilità, soprattutto perché l’edificio in questione è tra quelli costruiti più di recente.


«Abbiamo chiesto al rettore una perizia di tutti gli edifici dell’ateneo - insiste Gianluca Kamal rappresentante degli studenti in Consiglio di facoltà per Azione universitaria -. A Città Studi, tra via Celoria e via Golgi, ci sono aule di lezione in condizioni veramente pietose».

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